Calenda “spara” ancora sui Cinquestelle: «Sono stati loro a portarci in situazioni di fragilità»
Calenda contro tutti. Su tutto. Sull’energia dissente da Letta sulla proposta di embargo alla Russia. In merito alle amministrative ribadisce che non parteciperà a nessuna alleanza che includa il M5S (e Conte). E sull’Ucraina denuncia un problema di posizionamento di un’Italia “furbetta” e poco chiara rispetto alla Russia che – e qui il leader di Azione ne approfitta per sganciare la solita bordata al segretario della Lega – ha avuto una influenza gigantesca in questo Paese», complice a sua detta, «una quinta colonna che era Salvini, che diceva al Parlamento europeo darei due Mattarella per mezzo Putin». Insomma, per l’ex Pd in cerca di una linea per il suo partito e di consensi tra gli elettori, non ce n’è una che vada nel verso giusto…
Calenda sull’energia: «Non condivido i proclami di Letta sull’embargo alla Russia»
Il refrain è sempre lo stesso: tutto sbagliato. Quella di un no su tutta la linea sembra essere l’unica certezza di Calenda: sia che si parli di guerra e politica estera. Sia che si affrontino questioni interne al Belpaese e al governo arcobaleno che lo amministra. Se poi di mezzo c’è un arco di avversari che, dal Pd di Letta arriva fino alla porzione leghista del centrodestra con Salvini, tanto meglio. Così, impegnato in un “uno contro tutti”, l’arbitro di Azione dalla finestra da cui guarda al campo largo, dispensa falli e ammonizioni a destra e a sinistra, indifferentemente.
«Bisogna vare un piano, se non Putin ne approfitta»
E interpellato sulla vexata quaestio energia, ai microfoni di Rainews24 – parlando dell’embargo energetico verso Mosca – dichiara netto: «Non condivido il fare proclami come ha fatto Letta dicendo domani facciamo l’embargo. E oggi, dice, facciamolo progressivo non danneggiando l’industria. Bisogna avere un piano – tuona Calenda – altrimenti, se dici una cosa che poi non riesci a fare, Putin se ne avvantaggia». Che non suona esattamente come una controproposta formalizzata e illustrata…
Amministrative, Calenda: «Azione non andrà in nessuna alleanza dove c’è simbolo M5S»
A proposito di “piani” per il futuro (politico), poi, Calenda torna a ribadire quanto asserisce un giorno sì. E l’altro pure. Il battibecco in corso tra lui e Giuseppe Conte è interminabile. Con Giuseppi che punzecchia a distanza. E con il numero di Azione che, nell’affannosa ricerca di un posto al sole nel centro, replica come in un mantra: «Azione non andrà in nessuna città con una alleanza con dentro il simbolo del M5s. A Verona non ci sarà il simbolo M5s. Non è per cattiveria, ma i 5 stelle son esattamente quelli del no a tutto che ci hanno portato nella situazione di fragilità odierna», spiega Calenda.
Il solito mantra su Conte e grillini in cerca di un posto al sole nel “centro”
Che poi a stretto giro rilancia: «Alle prossime elezioni politiche costruiremo un polo indipendente nell’area centrale, pragmatico. Che dica cosa serve per far funzionare il Paese. Poi decideranno gli italiani». Anche qui, l’unica certezza è la diatriba in corso con il leader a 5S. Al quale, parlando delle alleanza per le prossima amministrative, sempre a Rainews24, l’ex Pd torna a dire: «Conte dice che non andrà con Calenda? Per la prima volta nella mia vita sono d’accordo con il M5S».
L’attacco di Calenda a Salvini e a tutta l’Italia che «ha un problema di posizionamento»
Con chi invece non è mai d’accordo è Matteo Salvini, oggetto del suo ultimo attacco mediatico. Parlando di guerra in ucraina e di Putin a Rainews24, infatti, Calenda si lancia nell’ennesima intemerata: «I russi hanno avuto una influenza gigantesca in questo Paese, avevano una quinta colonna che era Salvini, che diceva al Parlamento europeo darei due Mattarella per mezzo Putin. Ma tutta Italia era molto permeabile, si sapeva che noi eravamo assolutamente fragili rispetto a quello che i russi facevano. Sia Conte. Salvini. E Meloni, che oggi cercano di tenere Putin fuori dalle dichiarazioni che fanno. Compreso Silvio Berlusconi. L’Italia ha un problema di posizionamento chiaro. Ha sempre pensato di essere furbetta, ma di fronte a una minaccia cosi pressante…», ha aggiunto il leader di Azione. Ancora una volta senza che all’enunciazione segua una argomentazione più approfondita…