Canfora sconvolgente: Meloni nazista? Lo ha detto anche il Papa. Putin? E’ come Garibaldi…
Luciano Canfora dice di non essere preoccupato dalla querela di Giorgia Meloni. Anzi, in un’intervista a Repubblica, rilancia: Meloni neonazista? Lo dice anche il Papa…
Una posizione che lo storico argomenta in modo farraginoso: «Ho detto che Meloni è neo-nazista nell’animo. Pensavo alla sua campagna, forte, per l’intervento di navi militari contro i barconi dei migranti. Il 20 febbraio 2020 il Papa attualmente regnante, Francesco, ebbe a dire che questa violenza razzistica contro i migranti gli faceva venire in mente il nazismo. Quindi possiamo querelare anche il Papa, che è stato molto più duro di me, parlando di nazismo. Io di neo-nazismo, che è diverso». In pratica la risposta è: io demonizzo chi mi pare. Perché si tratta della solita tecnica demonizzante del comunismo.
Guai però per Canfora, a demonizzare Vladimir Putin. Il professore ripete, come l’Anpi, né con la Russia, né con la Nato. Una posizione che lui definisce di “buon senso”. Né accetta di definire Putin un dittatore. Anche qui, rilancia. E paragona lo zar russo a Garibaldi.
«Anche Garibaldi prese la dittatura a Napoli quando portò il Meridione all’unità d’Italia. Se vuole da me, una definizione vibrante di Putin, non l’avrà. Il presidente cinese Xi Jinping ha un’investitura vitalizia. Però viene chiamato presidente, non dittatore. Forse viene trattato ora con più rispetto perché ci si augura di creare un dissidio tra Cina e Russia. Se è una colpa non usare termini scandalizzati, sono pronto a fare penitenza. Si rende conto del tono ridicolmente inquisitorio di questo tipo di indagini?».
Guai anche a chiedere la sua impressione sull’orrore di Bucha: «E il bombardamento della Nato a Belgrado? Portiamo la Nato al tribunale internazionale?». Condannare gli eccidi, provare pietà per le vittime, puntare l’indice contro chi ha invaso: tutto sbagliato per Canfora. Ecco la sua sentenza: “E’ il moralismo fazioso che porta a strepitare. Bisogna ragionare e cercare di non dire troppe sciocchezze”. Il che, detto da lui, che non lesina certo sciocchezze faziose, fa quasi sorridere se gli argomenti non fossero così seri e tragici.