Centrodestra, tensione sul caso Sicilia. La Russa: noi di Fdi tentiamo disperatamente di ricucire ma…
E un mare ancora agitato quello in cui naviga il centrodestra in queste settimane. E l’immagine che lo specchio d’acqua rimanda è increspata. Il riflesso di una compagine in cerca di una soluzione condivisa. Questo pomeriggio, ancora una volta Ignazio La Russa, interpellato a Un giorno da pecora su Rai-Radiouno, si è esposto nel tentativo di fare da mediatore tra le parti. Ma non ha potuto esimersi dal rilevare: «Nel centrodestra non va affatto tutto benissimo. Si può benissimo stare una parte al governo e l’altra fuori. È vero che Salvini e Meloni non si sentono da tre mesi, stiamo cercando disperatamente di ricucire…». Poi, sempre sul tema, il cofondatore di Fratelli d’Italia e vicepresidente del Senato, ha dichiarato: «Io, d’accordo con Meloni, ho chiamato sia Salvini che Berlusconi. Con il primo – ha proseguito La Russa – ci siamo sentiti via messaggio. Gli ho scritto “buona Pasqua. Poi sentiamoci per parlare dell’attualità”. E lui ha risposto: “Grazie per gli auguri”».
Centrodestra, ancora alta tensione sul caso Sicilia
Quanto a Berlusconi, ha raccontato La Russa, «l’ultima volta mi ha chiamato lui per preannunciarmi che stava per chiamare la Meloni. Si sono messi d’accordo che oggi o domani si sarebbero dovuti sentire online o di persona, magari anche con Salvini. Non ho segnali a riguardo e quindi – ha concluso via radio il senatore di Fdi – non è un buon segnale. Ma quando l’ho sentito sembrava assolutamente convinto della necessità di un vertice», ha tagliato corto La Russa. Fin qui, dunque, lo storico del pregresso recente, aggiornato a prima che tutto ritornasse ai blocchi di partenza. A quando, spiega sempre La Russa, «dopo la inascoltata proposta di Fdi a Forza Italia di rinviare ogni annuncio della candidatura Cascio a Palermo – decisa senza alcun coinvolgimento nostro, sottolinea il senatore Fdi – il presidente Berlusconi ha chiamato Giorgia Meloni per prospettare una conference call di vertice con anche Matteo Salvini».
Si naviga a vista, La Russa: “Stiamo disperatamente tentando di ricucire”
Il partito guidato da Giorgia Meloni ha quindi «rinviato di qualche ora il previsto annuncio di convergere su altre candidature che – ha ribadito La Russa – siamo pronti a discutere solo nel caso in cui la coalizione dimostrasse di mettere al primo posto la sua unità, rispetto agli egoismi. Lavorando su un quadro complessivo che punti alla vittoria del centrodestra. E non all’individualismo di partito». Epicentro della discussione, allora, sempre il caso Sicilia. Un terreno che rischia di diventare più scivoloso del previsto. Portando il rebus Palermo-Messina-Regione sul tavolo nazionale e a un redde rationem non più rinviabile.
L’unità del centrodestra non può essere una strada a senso unico
Insomma, si naviga a vista: ma il traguardo di un accordo sembra allontanarsi. Anche se la meta che Fratelli d’Italia continua a prefissarsi è quella dell’unità del centrodestra. Una condivisione di base che però, come ribadito da Fratelli d’Italia a più riprese in questi giorni, non può essere una strada a senso unico. Le scelte devono essere approvate insieme. FdI ha sempre sostenuto questa linea. E quel che sta accadendo con i nomi per le elezioni in Sicilia ne è la prova. Ma, tra dubbi e veti incrociati degli alleati, la trattativa sembra incagliarsi ogni ora che passa. Con Fi e Lega determinate a candidare Francesco Cascio a Palermo, legato strettamente alla riconferma di Nello Musumeci alle prossime regionali. Meloni tiene il punto sulla ricandidatura del governatore. E sul principio che i presidenti di Regione che hanno amministrato bene, meritino naturalmente la riconferma. Un punto cardine che andrebbe bene al Cav. Ma a cui l’ala forzista guidata da Miccichè si oppone. E a cui si aggiungono pure le perplessità dei salviniani.
Il caso Palermo e la ricandidatura di Musumeci in Regione
Del resto, la trattativa procede a rilento anche sul fronte di Palermo. Dove per Fi e Lega è determinate candidare Francesco Cascio. Un incrocio di richieste e osservazioni tale per cui la situazione potrebbe sbloccarsi – dicono i due partiti – se si riuscisse a “separare” la partita delle comunali dalle regionali d’autunno. Una proposta, questa, su cui non solo Fdi non si trova d’accordo, vincolando sempre la soluzione condivisa alla candidatura di Musumeci. Ma su cui si infrange anche “no” dell’Udc, che rilancia la corsa al palazzo delle Aquile del civico Roberto Lagalla. Un nome gradito a Noi con l’Italia di Saverio Romano. Ai forzisti che fanno capo a Marcello Dell’Utri. Agli autonomisti di Raffaele Lombardo. E ai centristi di Totò Cuffaro. E che potrebbe incassare l’ok di Fratelli d’Italia, a patto che l’ex rettore molli il senatore renziano Davide Faraone, pronto a sostenerlo con la lista “Popolari e Riformisti”.
Musumeci: Meloni e Cav concordano. Salvini ostenta scetticismo
Ma tant’è: e le bocce restano ferme. «Ogni giorno che passa ci incartiamo sempre di più ed è difficile uscirne fuori», dice a mezza bocca un big azzurro. «I nostri alleati sanno cosa devono fare per uscire dal cul de sac», controreplica un meloniano che sta seguendo da vicino il dossier siciliano. «Niente impuntature su Musumeci», sottolinea un leghista di rango. E si ritorna ai blocchi di partenza. Con un punto cardine, chiaro e coerente: sono per la conferma di Nello Musumeci, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Con Toti che dà la ricandidatura per scontata. Scettico sul governatore uscente, invece, Matteo Salvini. Tant’è che il Carroccio sarebbe pronto a sostenere Nino Minardo, suo segretario regionale.
Impasse in Sicilia: si attende un vertice risolutivo del centrodestra
Si spiega e si giustifica in questi termini, allora, il timore di Fdi che una volta risolta la candidatura per il palazzo delle Aquile, la Lega possa poi rivendicare e ottenere per sé la presidenza della Regione. Magari con la sponda di Forza Italia. Per questo il nodo Musumeci è effettivamente la chiave di volta. Sciolto questo, come un vero e proprio effetto domino, il centrodestra potrà trovare la quadra anche sul comune di Palermo. Per sbloccare l’ impasse in Sicilia, allora, si attende un vertice risolutivo che possa ricucire le posizioni tra i leader della coalizione. Meglio ancora: un chiarimento tra Salvini e Meloni. Ma a provare davvero a ricucire, in questo momento, sembra che stia disperatamente tentando soprattutto Fratelli d’Italia.