Conte deve cambiare lo Statuto per cacciare Petrocelli. E il senatore filo Putin twitta: “Viva la Palestina”
Non molla il grillino Vito Petrocelli. Che dopo l’amore per Putin (con tanto di Zeta dei carri armati di Mosca) esibisce dichiarazioni bellicose contro Israele. Insomma una bella gatta da pelare per il povero Conte. Tiene ancora banco, in casa 5Stelle, il caso Petrocelli. Il leader del M5S ha disposto l’espulsione dal movimento del contestato presidente della commissione Esteri del Senato. Ma la ‘cacciata’ dal gruppo grillino al Senato del parlamentare filo-russo ha reso necessaria una modifica del regolamento del gruppo. Proprio per recepire alcune indicazioni arrivate dalla Presidenza di Palazzo Madama in materia di democrazia interna.
Caso Petrocelli, Conte in un vicolo cieco
Ieri sera i senatori pentastellati si sono riuniti per dare il via libera a queste modifiche. Nella nuova versione del regolamento la figura del “capo politico” viene sostituita con quella del ‘presidente del Movimento 5 Stelle’, ma soprattutto vengono introdotte delle garanzie per il parlamentare raggiunto da sanzioni disciplinari. Come appunto la sospensione o l’espulsione). “Avverso le decisioni del presidente del gruppo”, si legge nella nuova versione, “il senatore può fare ricorso (entro sette giorni dalla notifica formale del provvedimento) all’assemblea del gruppo, che deve essere convocata entro i successivi quindici giorni”.
Le modifiche allo Statuto per cacciare il senatore
Inoltre, “sono in ogni caso espulsi dal gruppo i componenti del gruppo che aderiscano ad altro gruppo parlamentare. Ovvero i componenti che siano esclusi dal Movimento 5Stelle, in conformità con le procedure dello statuto del Movimento 5Stelle”. Il regolamento dispone poi “l’inserimento del garante del Movimento nell’ambito del procedimento sanzionatorio. In analogia a quanto disposto dal nuovo statuto del Movimento”. E ancora: “In casi eccezionali, nonché su indicazione del garante e/o del presidente del Movimento 5 Stelle, nel caso in cui l’espulsione dal gruppo debba essere ratificata da una votazione dell’Assemblea degli iscritti del Movimento 5 Stelle (e non più “online sul portale”, come nella precedente versione), la stessa dovrà essere preceduta da una votazione, da tenersi almeno 24 ore prima, dell’assemblea del gruppo con una votazione a maggioranza assoluta dei votanti”.
“Ho cambiato idea, sto con la Palestina”
Insomma un iter farraginoso per cacciare il ribelle presidente della commissione Esteri di Palazzo Madama. Come costume nel movimento grillino, tutto meno che snello nella sua pachidermica burocrazia interna. L’altro nodo riguarda la permanenza di Petrocelli alla guida della Commissione Esteri. Nel tardo pomeriggio si riunirà la Giunta per il Regolamento del Senato per affrontare la questione. “Valuteremo tutte le iniziative utili per assicurare alla commissione Esteri del Senato la piena funzionalità”, ha detto ieri Conte. Per non smentirsi il diretto interessato lascia tracce imbarazzanti su Twitter. “Uno dei tanti obiettivi del pensiero unico occidentale in questi giorni: Ucraina = Resistenza, Palestina = Terroristi. Io non ci sto e non ho cambiato idea: il pieno riconoscimento dello stato di Palestina è una necessità“.