Corsica italiana: la ristampa della monografia di Gioacchino Volpe. Storia e origini dell’Isola della Bellezza

7 Apr 2022 17:28 - di Romana Fabiani
L’italianità della Corsica, certificata da storia, lingua, costumi e morfologia geografica, è stata al centro del convegno che si è tenuto a Roma nella sede della Domus Sessoriana. Nel corso dell’evento è stata presentata la ristampa del libro Storia della Corsica Italiana di Gioacchino Volpe. Pubblicato la prima volta nel 1939. La riproposizione del testo si deve al lavoro prezioso della casa editrice Eclettica. Che tra i meriti ha anche quello tirare fuori dagli scaffali impolverati  opere e testi preziosi. Soltanto all’apparenza di nicchia.

“Storia della Corsica italiana”, a Roma si presenta la nuova edizione

Il convegno è stato moderato da Andrea Moi di Radici nel Mondo. Al tavolo Stefano Tozzi, presidente dell’Associazione Pasquale Paoli e curatore della prefazione del libro,   Silvia Anelli, docente universitaria e presidente di Fare Cultura e la giornalista di origini còrse Gloria Sabatini. Ciascuno ha portato il suo contributo alla ‘causa’. Ad aprire i lavori una lunga citazione di Pasquale Paoli, il simbolo dell’irredentismo còrso, chiamato non a casa u babbu di a patria. Figura straordinaria. Non solo un capo-popolo. Generale coraggioso, a lui si deve la costituzione della breve stagione della Repubblica còrsa. Arrestato perché in odio al fratello di Napoleone Bonaparte, si schierò con Inghilterra e morì nel 1807 a Londra, dove è sepolto.

L’attualità dell’opera di Gioacchino Volpe

“Il lavoro di Gioacchino Volpe – ha detto Tozzi che concluso i lavori – è probabilmente la più importante monografia mai fatta sulla storia della Corsica. Così, noi dopo 70 anni, abbiamo deciso con la Casa Editrice Ecclettica di ristamparla. Per far conoscere i profondi legami che uniscono la Corsica all’Italia. È sicuramente una grande operazione storica e culturale. Di riappropriazione di una parte della storia italiana che bisogna fare conoscere al popolo italiano. “Perché – ha detto il curatore della prefazione – molti considerano la Corsica  come un oggetto misterioso. Ma in realtà esistono profondi legami tra la Corsica e l’Italia, come ad esempio la comune radice Italo-romanza  che questa opera vuole riaffermare”. Tozzi che è anche consgliere di Fratelli d’Italia del municipio Roma Centro storico ha all’attivo molte iniziative di gemellaggio con i ‘fratelli còrsi’.

Un pezzo d’Italia nel Mediterraneo

Inevitabilmente il discorso è scivolato sull’attualità, sulle politiche miopi e colpevoli dell’Eliseo. E sul silenzio della grande stampa. Che tace persino di fronte alle massicce mobilitazione degli indipendentisti a Bastia e ad Ajaccio dopo l’uccisione del ‘patriota’ Yvan Colonna. Morto all’ospedale di Marsiglia, dopo due settimane di coma, un mese fa in seguito a un pestaggio in carcere (stava scontando l’ergastolo, accusato dell’omicidio del prefetto Erignac). Subìto da un detenuto  jihadista condannato per terrorismo. “Statu francese assassinu”, gridano senza meritare neppure un titolo sui quotidiani più blasonati. A parlarne poche testate, soprattutto locali. E il “Secolo d’Italia”. Silvia Anelli, nel suoi intervento ha acceso i riflettori sulla fratellanza linguistica e di ethos tra italiani e còrsi. Sottolineando l’orrore della cancellazione delle identità di un popolo a qualsiasi latitudine.

Il silenzio dei media e la miopia dell’Eliseo

Gloria Sabatini ha spostato il focus sulla sua esperienza personale. Figlia di Sergio, nato a Bastia per un ‘capriccio’ della nonna còrsa, Felicia Poli Valeani (cognome italiano), sposata con un italiano e residente a Roma. Tornò a Bastia durante la gravidanza per ritornare a Roma pochi mesi dopo. Un ritorno mordi e fuggi alle origini. ‘Soltanto’ perché nella carta d’identità del figlio comparisse Bastia come città di nascita. La giornalista ha parlato di un legame quasi ancestrale tra Italia e Corsica. “Un pezzo d’Italia nel Mediterraneo. Un capriccio della natura e della storia ha detto. “Isola di assoluta bellezza, con il mare di Stintino e le Dolomiti a pochi chilometri in linea d’aria”. Irredentismo, autonomia, identità. Ma anche sollecitazioni da rendere concrete. “Non potremo mai riprendercela, peccato”, dice un ragazzo dal pubblico. “Anche se il trattato di Versailles è ancora aperto”, sorride. Si è parlato della mancanza di qualsiasi autorità consolare italiana in Corsica, della difficoltà dei collegamenti, di possibili gemellaggi. Di iniziative editoriali e giornalistiche per uscire dal silenzio dei media. Resta il sapore di una storia da conoscere, di una epopea che va al di là della seduzione per il ribelle e l’irredentista maledetto. Che fa cassetta.

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