Di Maio: «Presto nuove sanzioni alla Russia». Poi fa autocritica sull’esercito comune europeo

13 Apr 2022 19:08 - di Sara De Vico

“Ci prepariamo a nuovi pacchetti di sanzioni, diamo massimo mandato alla Commissione europea per stabilire quali debbano essere i prossimi passi”. Così Luigi Di Maio in una lunga intervista alla Cnn, confermando la storica adesione della Farnesina alle scelte di Bruxelles. “Una cosa è certa, mentre avviene questo, l’Europa e l’Italia devono implementare i propri programmi di sicurezza energetica. Che passano anche per un tetto massimo al prezzo del gas”. Il ministro degli Esteri, particolarmente loquace dallo scoppio del conflitto in Ucraina, parla dell’emergenza energetica. Che rischia, come dimostra il grande dinamismo di Mario Draghi, di mettere in ginocchio le imprese italiane.

Di Maio: resto nuove sanzioni alla Russia

“Noi potremo anche importare più quantità di gas da altri partner”, dice il ministro grillino. “Diversificando e affrancandoci dalla dipendenza dal gas russo. Ma il prezzo in questo momento è soggetto a dinamiche speculative. Ed è per questo che abbiamo bisogno di un tetto massimo al prezzo del gas per evitare che a pagare siano soprattutto i cittadini europei”.  Faccia feroce a Putin? “Da parte dell’Italia non c’è nessun tipo di veto su nuove sanzioni”, prosegue.  “Siamo attivi sin dal primo giorno di questa guerra per diversificare le nostre fonti energetiche: io sono stato in Algeria, in Mozambico, in Congo, in Angola, in Qatar e in Azerbaigian. Abbiamo costruito nuove partnership energetiche. Con il  presidente del Consiglio Mario Draghi due giorni fa siamo stati in Algeria per firmare un accordo da 9 miliardi di metri cubi in più di gas verso l’Italia”. Di Maio ha imparato la lezione, magari in ritardo ma la ripete bene. Che dire dei Paesi che smaniano per aderire alla Nato? “Penso che siano ambizioni legittime. Sarà un importante processo. Ovviamente è un processo che deve rispettare la sovranità dei popoli e quindi i loro governi. Le loro istituzioni decideranno”. Il riferimento è a Svezia e Finlandia.

Troppi ritardi nel costruire un esercito comune Ue

“Dobbiamo continuare a costruire una Nato sempre più unita, perché questa alleanza garantisce la sicurezza di tutti noi. Il lavoro che dobbiamo riuscire a fare nei prossimi anni è irrobustire gli anticorpi delle nostre democrazie. Perché sono il vero argine alla guerra e alle instabilità”. Autocritica, senza ammetterlo, sul terreno della difesa comune europea. Noi dobbiamo accelerare un processo che è andato troppo a rilento in questi anni. La difesa comune europea. non va vista come un modello alternativo alla Nato, ma complementare. E il lavoro che stiamo facendo come Stati membri, sia dopo i fatti dell’Afghanistan dell’estate scorsa che dopo l’invasione russa in Ucraina, è accelerare sulla costituzione di una vera e propria difesa comune europea“.

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