Di Maio si incarta sul gas russo: non possiamo pagarlo in rubli, aggireremmo le sanzioni

15 Apr 2022 12:00 - di Roberto Frulli
Draghi Putin

Luigino Di Maio si incarta sulle sanzioni. E ammette: non possiamo pagare il gas in rubli perché così aggireremmo le sanzioni. Ma conferma che al momento non c’è una soluzione praticabile al gas russo aldilà di quello che si è riusciti a raccattare qua e là andando a questuare in giro per il mondo. Lo ha fatto anche lui. Ma è tornato dall’Algeria a mani vuote. Ed è dovuto tornare lì Draghi.

“Noi non possiamo pagare in rubli. Questo è stato detto da più parti. La Russia ha istituito anche questo sistema del doppio conto, euro rubli, non è possibile perché significa aggirare le sanzioni che sono state imposte alla Banca centrale russa“, incespica il ministro degli Esteri, intervenendo su Radio 24 sulla questione del gas russo.

“Da un punto di vista tecnico l’embargo se lo sta facendo da sola la Russia“, sostiene il grillino dopo che Putin ha detto, qualche giorno fa, che Mosca si aprirà ad altri mercati, prima di tutto la Cina che i Cinque Stelle – e Di Maio per primo – hanno sempre corteggiato.

“E’ chiaro che se Putin dice ‘pagate in rubli‘ – ha rimarcato Di Maio – noi abbiamo difficoltà a farlo” e “l’Ue ha detto chiaramente che non può sottostare al ricatto dei rubli“.

Secondo Di Maio, sin “dal primo giorno” l’Italia sia impegnata “a reperire fonti alternative“. E, da questo punto di vista, il titolare della Farnesina ha citato l’Algeria da cui lui è tornato a mani vuote. Salvo poi far intervenire Draghi. Che, però, ha ottenuto solo un terzo del gas comunemente acquistato dalla Russia.

Ma, obietta Di Maio, sono stati firmati anche “altri accordi e firmeremo” ancora “altri accordi”. Che, però, al momento, non hanno sostituito il gas russo. Tantomeno allo stesso prezzo. Un problema che pagheranno le famiglie e le aziende costrette già ora a fare i conti con bollette stratosferiche.

“Continueremo così – dice Di Maio – Dobbiamo diversificare, lo dovevamo fare tanto tempo fa, non lo abbiamo fatto, adesso lo stiamo facendo”.

“Grazie anche all’Eni – assicura il grillino – stiamo diversificando le nostre fonti e ci riusciremo”. Peccato che le così dette fonti alternative siano, al momento, un miraggio. Non riescono a sostituire il gas russo e a supportare il fabbisogno italiano. E le procedure per metterle in piedi sono ostaggio della burocrazia come ha spiegato stamattina il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci.

“Sono convinto che l’Italia non debba temere assolutamente alcun tipo di ricatto“, assicura il ministro. Che, nel suo intervento, ha anche ricordato “la battaglia che stiamo conducendo in Europa” per il “tetto massimo al prezzo del gas“. “Non dobbiamo assolutamente lasciare questa battaglia”.

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