Difesa, maggioranza in frantumi sull’Iva sulle armi. Scintille al Senato tra 5Stelle e leghisti

5 Apr 2022 19:22 - di Redazione
Iva

Show degli ex-grillini nella commissione Finanze del Senato. Ad innescare la miccia delle proteste di Elio Lannutti e Paola Nugnes, entrambi nel Gruppo misto di Palazzo Madama, il parere (non vincolante) in merito al decreto legislativo sull’Iva relativa alle vendite di armi italiane all’estero. Alla fine, la commissione presieduta da Luciano D’Alfonso, del Pd, ha dato il via libera facendo registrare, ancora una volta, una spaccatura nella maggioranza di governo. Il M5S si è infatti astenuto, mentre i due ex-grillini hanno votato contro. A favore si sono invece espressi Pd, Lega, FdI e Iv.

Da FdI “sì” al parere sul decreto legislativo

A fra salire i toni è stato soprattutto il “” del partito di Salvini, che già nei giorni scorsi non aveva nascosto malumori per “l’incentivo” alla vendita di armi italiane. Il provvedimento oggetto del parere, infatti, prevede l’esenzione dal pagamento dell’Iva e dell’accise in favore dei fabbricanti, permettendo di fatto un forte sconto per gli acquirenti. Il M5S contava sull’astensione dei leghisti per non trovarsi completamente isolato in Commissione. Ma così non è stato. Per i pentastellati si tratta, infatti, di una iniziativa che non fa altro che innalzare la tensione in Europa, con una mossa che rischia di passare per una sfida a Mosca, dopo l’aggressione all’Ucraina. Ma quello tra 5Stelle e leghisti non è stato l’unico momento di tensione in Commissione.

Fabbricanti esonerati da Iva e accise

Un secondo episodio, verificatosi a seduta finita, ha visto battibeccare gli stessi Lannutti e Nugnes con Dieter Steger, anch’egli del gruppo Misto, e Andrea De Bertoldi di Fratelli d’Italia. Ai due senatori non sono andate giù le considerazioni della Nugnes che in Aula avrebbe ricordato come l’Italia «spende in armi 18 volte di più della Russia». Parole cui i due senatori hanno replicato con «vergogna» e «buffonate». La norma al centro della polemica è in linea con la direttiva europea (2019/2235). Essa «dispone il regime di non imponibilità ai fini dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) e l’esenzione dalle accise in relazione alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi destinate alla realizzazione di un’attività dell’Unione nell’ambito della politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc)».

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