Disabili rimasti senza posto sul treno a Genova, il racconto della guida. Meloni: “Gesto miserabile”
Ha suscitato uno sdegno unanime la vicenda dei 27 ragazzi disabili rimasti senza posto sul treno Genova-Milano e costretti a prendere un pullman messo a disposizione da Trenitalia per il rientro dopo la gita, poiché i loro posti, benché prenotati, erano stati occupati da altri viaggiatori. Sul casosono stati annunciati esposti e interrogazioni parlamentari, oltre a un’audizione di Trenitalia da parte della Regione Liguria, che nelle figure del presidente Giovanni Toti e dell’assessore ai Trasporti Gianni Berrino hanno presentato le loro scuse alla comitiva, invitandoli anche in città per Euroflora.
Meloni: «Gesto miserabile»
Di «gesto miserabile» ha parlato la leader di FdI, Giorgia Meloni, annunciando «un’interrogazione per arrivare a fondo di questa vergogna indegna di una Nazione civile». Assoutenti, associazione a difesa dei passeggeri del trasporto aereo, marittimo, ferroviario e stradale, ha poi annunciato la presentazione di un esposto alle Procure di Genova e di Milano per la possibile ipotesi di violenza privata, chiedendo anche un “daspo” a vita su tutti i treni italiani per i responsabili. Toti e Berrino, poi, hanno «convocato Trenitalia per ricostruire con precisione quanto accaduto».
Le prime ricostruzioni dell’accaduto
Secondo le prime ricostruzioni, a contribuire all’inqualificabile episodio vi sarebbe stato un antefatto: Trenitalia, a Savona, aveva dovuto sostituire il treno con un altro convoglio, poiché quello che inizialmente doveva coprire la tratta era stato vandalizzato. Così aveva predisposto un servizio di pullman per accompagnare i passeggeri in più. I posti per i ragazzi disabili anche sul nuovo treno Genova-Milano, comunque, erano stati salvaguardati, contrassegnandoli come prenotati. Ciononostante altri passeggeri li avrebbero occupati, rifiutandosi poi di scendere alle richieste del personale di Trenitalia e della Polfer.
La precisazione di Polfer
Queste le cronache delle prime ore. Secondo quanto appreso dall’agenzia di stampa Adnkronos, che ha citato «fonti qualificate», però, la Polfer sarebbe stata sì presente in stazione a Genova, ma ai poliziotti non sarebbe stato chiesto di liberare i posti occupati sul treno. Il treno, infatti, sarebbe arrivato in stazione sovraccarico ed essendo la banchina piena di passeggeri in attesa, i responsabili della stazione avrebbero ritenuto di farlo proseguire anziché svuotarlo per far salire i ragazzi disabili. Di fatto, dunque, secondo quanto riferito dalle fonti dell’Adnkronos, all’arrivo dei poliziotti per i ragazzi era già stata già trovata l’alternativa del viaggio in pullman.
Trenitalia sui disabili rimasti senza posto sul treno a Genova
Trenitalia, dal canto suo, «esprimendo vivo dispiacere e sdegno per l’accaduto», in una nota ha invece fatto sapere di aver fornito «la massima assistenza possibile alla comitiva di persone con disabilità», imputando tutte le responsabilità ai passeggeri che non avevano voluto lasciare il posto. «Dopo circa venti minuti, nell’impossibilità di persuadere i clienti e permettere alla comitiva di viaggiare seduta e in maniera confortevole, com’era previsto, Trenitalia ha individuato una soluzione alternativa, utilizzando un pullman sostitutivo».
La guida: «La colpa è di chi non ha garantito il servizio»
Si tratta, però, di una lettura dei fatti rifiutata da Giulia Boniardi, presidente dell’associazione Haccade con la quale viaggiavano i ragazzi. «La responsabilità di quanto successo – ha detto – non è di chi non si è alzato, ma di chi non ha garantito il servizio». La presidente dell’associazione, citata dal Secolo XIX, quindi ha ricostruito l’accaduto spiegando che il treno «è arrivato completamente pieno, a quel punto il capotreno ci ha fatto vedere qual era la carrozza a noi riservata, che era piena. Era stato chiesto ai viaggiatori di scendere, ma era fisicamente impossibile perché erano tutti ammassati. A quel punto c’è stata un’escalation di nervosismo, con manifestazioni di disappunto ma nei confronti della situazione e non dei disabili».
«Tutti in una condizione di enorme disagio»
«Eravamo tutti in una condizione di enorme disagio, sia i viaggiatori sul treno sia chi aspettava sulla banchina: il disagio è stato arrecato non solo a noi, ma a tutti i clienti Trenitalia. Come si fa a far andare avanti un treno con le persone stipate come sardine?», ha quindi chiesto la presidente di Haccade. «Il focus è la mancata tutela di un diritto, quello di viaggiare, il messaggio non è “poveri disabili trattati male”», ha poi aggiunto, chiarendo che il viaggio in pullman è stato tutt’altro che confortevole.