Dolore cronico: non bisogna rassegnarsi. Ecco come curarlo, la strada indicata dall’esperto

12 Apr 2022 12:00 - di Emanuele Valci
dolore cronico

«Il dolore cronico non va sopportato ma curato perché oggi, a quel dolore, possiamo rispondere con cure efficaci all’80%. I medici devono sapere che ci sono centri specialistici dove il dolore è diagnosticato curato e preso in carico. Quando il dolore è la condizione maggiore di malattia non va sottovalutato. Ti rinchiude dentro una disabilità funzionale che sottrae relazione e porta depressione, ti trasforma». Così William Raffaeli, medico, esperto in Terapia del dolore, presidente della Fondazione Isal. È intervenuto al webinar “Dolore cronico. Perché non rassegnarsi”, il digital talk della serie “Scelte di Salute”. L’evento è stato promosso da Sandoz e trasmesso in diretta streaming sui canali web di Adnkronos.

Gli elementi del dolore cronico

«Il dolore cronico», ha spiegato Raffaeli, «persiste per oltre 3 mesi e non scompare da solo se non si cura. Purtroppo più di 13 milioni di persone vivono con un dolore che ogni giorno sentono. E che appartiene a molte patologie come: artrite, artrosi, mal di schiena, fibromialgie, fuoco di Sant’Antonio. Colpisce tutta la popolazione con una prevalenza che aumenta con l’età. Il dolore cronico persiste. Se non lo curi tutti i giorni, come ogni malattia cronica,si riduce l’autonomia e si genera sofferenza».

L’impiego degli antinfiammatori

Sul versante delle cure c’è l’impiego degli antinfiammatori. Ad indicarlo è quasi il 30% degli intervistati di un recente sondaggio di Emg Different. Secondo Raffaeli è dovuto a decenni di comunicazione «sull’uso dei Fans per il dolore». Nessuno, «si permetterebbe di prendere un antipertensivo senza aver parlato con il medico. Così con il dolore bisogna riconoscerlo e fidarsi di un percorso sanitario che ha, al primo livello, il medico di medicina generale.  Indirizza a specialisti di secondo livello, nei centri di terapia del dolore ospedalieri e di terzo livello, nei centri specialistici».

L’oppioide e il dolore cronico

Se l’antinfiammatorio non risolve il dolore cronico, c’è l’oppioide. È uno «straordinario farmaco lenitivo di sofferenze. Ma misconosciuto e genera paura, mentre non si sa che spesso è molto più utile dell’antinfiammatorio. Bisogna smontare questa correlazione», ha aggiunto l’esperto. Poi Raffaeli ha commentato il fatto che solo un terzo del campione conosce l’esistenza della legge sul dolore. «Drammaticamente abbiamo una legge poco conosciuta dai cittadini. Questo è il male minore, non serve una legge per essere curato. Ma abbiamo una legge che obbliga i presidi sanitari di prendere incarico il dolore, cosa disattesa dalle stesse strutture sanitarie per medici poco informati o che sottostimano il dolore».

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