Draghi a Torino firma il Patto per la città: «L’Italia è pienamente allineata alle nuove sanzioni Ue»
«La cerimonia di oggi è un’occasione per pensare insieme il futuro di Torino, perché risponda con inventiva e coraggio alle trasformazioni del nostro tempo, come ha saputo fare in passato». Così il premier Mario Draghi, intervenendo a Torino alla firma del Patto per la città. Una visita a Torino che è stata caratterizzata da proteste.
Draghi a Torino, le proteste
Nei pressi di Palazzo Civico ci sono stati momenti di tensione. Gruppi di manifestanti hanno protestato contro la visita di Draghi. L’intera area è stata presidiata da un ingente schieramento di forze dell’ordine. Quando i manifestanti sono stati fatti indietreggiare, c’è stato uno spingi spingi e contro i reparti sono state lanciate bottiglie e qualche petardo. Molti i cartelli e gli slogan contro il premier, tra cui “Draghi vattene, Torino non ti vuole”.
Destinati a Torino circa 1,1 miliardi di euro
Nel corso del suo intervento Draghi ha spiegato: «Il Patto che firmiamo oggi rappresenta un impegno che il governo assume con la città, a cui destiniamo circa 1,1 miliardi di euro e che il Comune prende di fronte ai cittadini, con l’obiettivo di risanare le proprie finanze e investire con attenzione, ambizione, lungimiranza». Il presidente del Consiglio si dice «fiducioso che queste risorse possano dare maggiore». E ha sottolineato: «Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’importante opportunità per investire nel futuro di Torino e del Piemonte – come delle altre parti d’Italia. A differenza di molti progetti del passato, imposti dall’alto senza un confronto con le comunità, il governo vuole dare risposte alle esigenze manifestate dai cittadini».
128 milioni per la costruzione di asili nido
«Al Piemonte – ha illustrato dunque il presidente del Consiglio – destiniamo 128 milioni per la costruzione di asili nido e 33 milioni per le scuole per l’infanzia. Stanziamo 43 milioni per le scuole innovative, che mettono al centro la sostenibilità e la qualità architettonica degli edifici – un modello sperimentato proprio qui a Torino nelle scuole medie Giovanni Pascoli e Enrico Fermi. Potenziamo le infrastrutture sportive, mettiamo in sicurezza gli edifici scolastici, costruiamo e riqualifichiamo le mense. Investiamo nella medicina territoriale per fornire una maggiore copertura e un’assistenza più mirata, essenziali in un territorio montuoso come quello piemontese».
Draghi e la condanna per le stragi civili in Ucraina
Poi l’attenzione è stata puntata sulla guerra in Ucraina. «Voglio ribadire la più ferma condanna del governo e mia personale per le stragi di civili documentate in questi giorni in Ucraina. Le atrocità commesse a Bucha, Irpin e in altre località liberate dall’esercito ucraino scuotono nel profondo i nostri animi di europei e di convinti democratici. Indagini indipendenti devono fare piena luce su quanto accaduto. I crimini di guerra devono essere puniti. Il Presidente Putin, le autorità e l’esercito russo dovranno rispondere delle loro azioni».
Sulle sanzioni a Mosca
E poi ancora. «L’Italia e l’Unione Europea – ha sottolineato – sostengono il popolo ucraino, in lotta per la pace e per la libertà. La Commissione Europea ha appena annunciato un nuovo pacchetto dì sanzioni nei confronti di Mosca. L’Italia è pienamente allineata al resto dell’Unione Europea e appoggia con convinzione le misure restrittive presentate dalla Presidente von der Leyen».
L’appello a Putin
«Al Presidente Putin dico ancora una volta di porre fine alle ostilità, interrompere le stragi di civili, partecipare con serietà ai negoziati per il raggiungimento della pace. Per la Russia, la guerra non ha senso: vuole dire solo vergogna, isolamento, povertà». Draghi ha ricordato anche la telefonata della settimana scorsa in cui aveva invitato Putin a “parlare di pace”.