Draghi insiste sull’embargo al gas russo. Meloni: “Intanto apra le piattaforme italiane chiuse”
A Mario Draghi che sulla crisi energetica e sul gas russo decide di parlare per slogan («Scegliete tra il condizionatore acceso e la pace»), Giorgia Meloni risponde citando i numeri. A cominciare dalle 752 piattaforme di gas, tuttora inattive in Italia. Può sintetizzarsi qui il botta e risposta tra il premier e la leader dell’opposizione.
«Pagare questi prezzi del gas significa sostenere l’economia russa, finanziare indirettamente la guerra. Se non si riesce a fare un blocco, l’alternativa potrebbe essere imporre un tetto al prezzo utilizzando il potere di mercato che ha l’Europa», dice il presidente del consiglio, Mario Draghi che torna sul tema del gas russo, che ieri ha cercato di semplificare con lo slogan: meglio il condizionatore acceso o meglio la pace?
Il premier ha incontrato l’omologo olandese, ma sul tetto al prezzo del gas nessun accordo
Stavolta Draghi, al termine dell’incontro con il primo ministro olandese Mark Rutte, ha spiegato: «Continueremo a esaminare questa alternativa. Noi e tanti Paesi siamo convinti che i benefici siano superiori agli eventuali problemi. Il punto di arrivo sarà il Consiglio europeo di maggio». Una posizione che Rutte non condivide, come ha riconosciuto lo stesso premier italiano. «No, non sono ancora riuscito a convincerlo di mettere un tetto al prezzo del gas. Ma Rutte ha fatto un passo fondamentale. Mi ha detto che non c’è alcuna prevenzione di principio e che è pronto ad esaminare tutte le questioni a favore e avere una discussione aperta, che è sicuramente più di quanto abbia fatto finora».
Proprio sulla opzione apodittica tra “aria condizionata accesa e pace”, è intervenuta in queste ore Giorgia Meloni su Facebook. «Dal presidente del Consiglio del ‘governo dei migliori’ non ci aspetteremmo queste semplificazioni. La questione in gioco, qui, non è chiedere agli italiani di spegnere per qualche ora il condizionatore, ma quali siano i provvedimenti che il governo e l’Ue intendano mettere in campo per impedire che un eventuale embargo del gas possa portare a un lockdown energetico. Nella risoluzione europea sulle sanzioni votata oggi a Strasburgo, Fratelli d’Italia ha lavorato per inserire le questioni fondamentali che poniamo dall’inizio della crisi: un piano immediato di approvvigionamento energetico alternativo e misure di compensazione per garantire la tenuta del nostro sistema».
Meloni a Draghi: “L’Italia ha il gas ma non lo usa, 752 piattaforme inattive”
«Ci aspettiamo che il premier – ha sottolineato la leader di FdI – sia in prima fila in questa battaglia in Europa. La lealtà italiana alla comunità internazionale deve essere ripagata con una solidarietà concreta per l’Italia, che è tra le Nazioni più a rischio. Più che spegnere i condizionatori, Draghi dovrebbe accendere la sua autorevolezza internazionale, che forse è stata un po’ sopravvalutata».
Poco dopo, postando sui Social un servizio di Fuori dal Coro, su Rete 4, la leader di FdI ha ricordato un’altra questione inerente il gas italiano e la strana inerzia del governo Draghi. «In questi giorni si parla tanto di sostentamento energetico, eppure nessuno cita mai le diverse piattaforme italiane per l’estrazione del gas, quasi tutte completamente inattive. Come Fratelli d’Italia continuiamo a chiedere al governo di emanare un decreto per far ripartire subito gli impianti di estrazione già presenti nel nostro territorio. Perché aspettano ancora?». Una domanda alla quale il premier Draghi e il ministro della Transazione ecologica, Roberto Cingolani dovrebbero rispondere quanto prima,