È morto Bobby Rydell, idolo dei teenager anni ’60: cantò “Volare” negli Usa, partecipò a Sanremo
È morto il cantante statunitense Bobby Rydell, emblema dei “teen idol” degli anni ’60. Arrivò al grande successo grazie a “Wild One” e fu l’interprete che fece conoscere al pubblico americano “Volare” di Domenico Modugno. Si è spento al Thomas Jefferson University Hospital di Philadelphia per le complicazioni di una polmonite. Avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 26 aprile. L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla sua agente Maria Novey.
Bobby Rydell, un grande successo
La fama di Bobby Rydell come epitome di una popstar americana adolescente nei mesi appena precedenti alla British Invasion del rock era tale che il cantante nel musical “High School Music” di Broadway e nel film “Grease” viene citato con il suo nome. Ha avuto un’intensa carriera anche cinematografica. L’apice del successo fu il film “Ciao ciao Birdie” (1963). Fra il 1959 e il 1964 il cantante vide 34 singoli nella classifica Billboard Hot 100. Con “Wild One” raggiunse il secondo posto. E con la cover di “Volare” la quarta posizione. Altre sue canzoni nella top 10 furono “Swingin’ School” e “The Cha-Cha-Cha”. La sua serie di canzoni nella top 10 iniziò con “We Got Love”, che raggiunse il numero 6 nel 1959. E finì con “Forget Him” nel 1964.
Dagli esordi al Festival di Sanremo
Nel 1964 partecipò al Festival di Sanremo con i brani “Un bacio piccolissimo” (cantata con Robertino) e “L’inverno cosa fai?” (con Piero Focaccia), quest’ultimo non ammesso alla serata finale della manifestazione. Bobby Rydell era il nome d’arte. Si chiamava Robert Louis Ridarelli ed era figlio di genitori italiano emigrati. Nacque a Philadelphia nel 1942. Ragazzo prodigio, incoraggiato dal padre Adrio, iniziò come imitatore. A quindici anni diventò batterista e voce del complesso Rocco and The Saints, in cui conobbe un suo coetaneo che suonava la tromba, Frankie Avalon. Dopo un anno incise il suo primo 45 giri, “Fatty Fatty/Dream Age”, che passò tuttavia inosservato.
Il doppio trapianto di organi
Durante un’esibizione con il complesso venne notato dal talent scout Frankie Day, che diventò il suo manager. Gli fece ottenere un contratto discografico con la Venise, con cui incise il suo secondo 45 giri nel 1959, “Fatty Fatty/Happy Happy”. Riproponeva il brano principale del suo primo disco. Passò quindi alla Cameo Records di Bernie Lowe ed ottenne subito successo con la canzone “Kissin’ Time”. Bobby Rydell ha cantato nei locali notturni per decenni come interprete popolare. Assieme agli amici e colleghi Frankie Avalon e Fabian costituì negli anni novanta il trio The Golden Boys. Nel 2012 aveva subito un doppio trapianto di organi, ricevendo il 75% di un fegato e un rene.