“Ecco perché la guerra potrebbe finire”. La rivelazione del generale Camporini sulla svolta del Donbass
“Quello che sta accadendo conferma la nuova direzione che sta prendendo l’offensiva russa, non più su tre fronti ma su uno solo con un fronte addizionale a Sud, Mariupol, destinato ad esaurirsi con la caduta della città nelle prossime ore. E’ un cambio di strategia certamente dovuto alla capacità dell’Ucraina di resistere in modo efficace a Nord”. Lo afferma all’Adnkronos il generale Vincenzo Camporini, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e della Difesa, riguardo al fatto che le forze russe, nel conflitto in Ucraina, si stanno consolidando nell’area del Donbass.
Il Donbass e la possibile fine della guerra
“Il Donbass può essere la soluzione del problema politico per Putin, che potrebbe rappresentare una vittoria in questo quadrante come il conseguimento dei suoi obiettivi per arrivare a dire, il 9 maggio, di aver vinto la guerra che voleva combattere”, continua il generale Camporini. Tuttavia un successo russo “non è scontato” perché, osserva l’ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e della Difesa, “gli ucraini hanno dimostrato di avere capacità militari e morali per resistere all’aggressione”.
Sulla strategia russa, il generale Camporini immagina “due scenari: la pressione russa da Nord che unita alla pressione già esistente al Sud permetta di chiudere in una sacca le forze ucraine mettendole in difficoltà oppure l’altra possibile tattica è lo scontro frontale per fiaccare la resistenza ucraina e sfondare decisamente”. In ogni caso, secondo il generale Camporini, “il Donbass è sempre stato indicato da Mosca come un’area che soffre della dominazione ucraina, ma che vuole l’annessione alla Russia o un rapporto molto stretto. Quindi non credo ci sia il rischio di un uso delle armi non convenzionali“.”L’uso di armi, al di là di quelle convenzionali, porterebbe a danni irreparabili a un territorio che si vorrebbe preservare”, spiega.
Purgatori: “Se cade Mariupol può arrivare il cessate il fuoco”
Più o meno sulla stessa linea anche Andrea Purgatori. “Putin non ha ancora davvero usato le forze speciali, le armi letali o l’aviazione, credo che il suo obiettivo sia attestarsi nel Donbass e in Crimea, la conquista di Mariupol significa avere la bretella di congiunzione, un obiettivo che ritengo possa portarlo ad un cessate il fuoco”, ha detto il giornalista, conduttore di ‘Atlantide’ su La7, intervistato nel podcast ‘A qualcuno piace spin’ oggi alle 15 su Radio Leopolda.
“Non a caso la vera battaglia si svolge lì e non altrove, se prende quella zona blocca i flussi commerciali dell’Ucraina e ha il controllo strategico del paese e poi le cose non vanno benissimo -ha spiegato Purgatori-. Una tregua sta diventando necessaria per entrambi, serve anche a Zelensky non solo a Putin”.
“Quattro giorni dopo l’inizio del conflitto i due presidenti si erano seduti a un tavolo: che cosa è accaduto dopo? Quali interessi mondiali ci sono in questa guerra? L’Europa sarà quella che pagherà di più, va perseguita la strada del negoziato: Europa e Nato trovino una personalità adeguata a discutere la trattativa, incredibile sia Erdogan che, posto ci riesca , presenterà un conto salatissimo”, ha aggiunto.