Fisco, maggioranza in frantumi e Draghi pensa alla fiducia. Meloni: «Spettacolo pietoso»
Non un fatto episodico, ma la rappresentazione plastica di tutte le contraddizioni che attraversano la maggioranza. La rissa sfiorata ieri sera in Commissione Finanze sui temi del fisco, infatti, si inserisce in un contesto in cui ormai, anche per questo dl fondamentale, si va delineando il ricorso alla fiducia, pena l’impossibilità per il governo di portarlo a casa. E, come avvertì già un mesetto fa la sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra, anche la possibilità di andare avanti.
Draghi valuta la fiducia alla delega sul Fisco
Che il governo pensi alla fiducia sul dl Fisco lo ha chiarito ieri sera lo stesso Mario Draghi: «Stiamo considerando tutte le possibilità», ha detto in conferenza stampa. «L’opposizione della Lega alla delega fiscale era prevista. Andremo avanti. Non è la prima volta che si oppone, c’è stato un voto in Commissione, è stato vinto dal governo due volte, speriamo di vincerlo di nuovo», ha aggiunto il premier. Ma l’emendamento sostenuto da tutto il centrodestra contro le tasse sulla casa, sul quale ieri in Commissione Finanze si è quasi finiti alle mani, era stato presentato proprio dalla Lega.
Salvini riunisce i responsabili economici della Lega
Per oggi Salvini ha convocato una riunione con i responsabili economici della Lega, compreso il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. All’ordine del giorno, proprio la discussione sulla delega fiscale, rispetto alla quale il Carroccio esclude categoricamente ogni ipotesi di aumento di tasse su casa, risparmi, titoli di Stato e affitti. «Non è il momento di mettere le mani nelle tasche degli italiani», ha detto Salvini, in questo in sintonia sia con FI che con FdI. Dalla riunione è emerso che la Lega farà asse con gli altri partiti di centrodestra per chiedere a Draghi di non aumentare le tasse su casa, affitti e risparmi. È stato poi il deputato di FI, Alessandro Cattaneo, a chiarire che Forza Italia dice «no al voto di fiducia e nuove tasse».
Marattin alza le mani: «Deve intervenire Draghi»
Ma per capire fino in fondo quale sia lo stato dei rapporti interni alla maggioranza bisogna guardare alle parole del presidente della Commissione Finanze, Luigi Marattin, che ieri, sospendendo la seduta per evitare che i desiderata del governo fossero affossati ha provocato quella baraonda che si è vista nel video che sta facendo il giro dei social. Per la delega fiscale, ha spiegato oggi, «resta l’approdo in aula il 19, può arrivare senza mandato al relatore o si può ritirare il provvedimento. Ma sto elencando gli estremi, in mezzo c’è lo spazio per ulteriori mediazioni. Noi le abbiamo già fatte tutte ora le mediazioni devono essere al livello del presidente del Consiglio». «Io – ha aggiunto – ho annullato le convocazioni. Mettere la fiducia o no è una scelta del governo, le condizioni politiche sono tali per cui così le riforme non si fanno. Urge un chiarimento ad altissimo livello».
Meloni: «Spettacolo pietoso. L’ipotesi della fiducia è gravissima»
«Lo spettacolo pietoso messo in scena ieri dalla maggioranza in commissione Finanze conferma quello che Fratelli d’Italia sostiene fin dalla nascita di questo governo: non è possibile mettere insieme partiti che la pensano in maniera diametralmente opposta tra loro e pensare di poter dare risposte coerenti ai cittadini», ha commentato la leader di FdI, Giorgia Meloni, ricordando l’impegno del partito per evitare nuove tasse agli italiani. «Reputiamo gravissima – ha quindi chiarito Meloni – l’ipotesi ventilata da Draghi di porre la fiducia su una legge delega, lo strumento attraverso il quale il Parlamento fissa principi e criteri direttivi entro i quali deve attenersi il governo per legiferare». «E sono stupita dal silenzio di tutti quei “custodi” della Costituzione, che dovrebbero dire con forza che questa possibilità non è consentita a nessun, nemmeno a Draghi e ai “migliori”. Pretendiamo – ha concluso Meloni – rispetto per il Parlamento e per le sue prerogative».