Francia, nel duello tv tra Le Pen e Macron vince la noia. I sondaggisti: «Non ha spostato nulla»
L’uno di fronte all’altra come cinque anni fa. Lei, Marine Le Pen, mossa dall’obiettivo di cancellare la disastrosa performance tv di allora. Lui, Emmanuel Macron, da quello più abbordabile di non intaccare il tesoretto di vantaggio – circa nove punti – che i sondaggi gli accreditano sulla sfidante. Alla fine, il bilancio del duello tra i candidati al ballottaggio per l’Eliseo è tutt’altro che entusiasmante in termini di resa televisiva. La leader del Rassemblement National è riuscita ad apparire “presidenziabile“, mentre il presidente uscente ha di poco smussato la sua aura di tecnico saccente e distante dal comune sentire di chi soffre. Due gabbie psicologiche che hanno condizionato non poco Le débat, depurandolo certo dei suoi eccessi verbali, ma finendo nel contempo per renderlo privo di slancio e di mordente. Poco per una Francia reduce da un quinquennio di gravi tensioni sociali, dominato dalla rabbia dei paysan e dei gilets jaunes, senza trascurare quelle innescate dalla pandemia e, ancora prima, dal terrorismo islamista.
Marine Le Pen rassicurante, ma poco incisiva
Il duello, tuttavia, ha solo accennato a questi temi, incentrato com’era sulla guerra in Ucraina e sulle proposte in materia di «taglio dell’Iva» e «potere d’acquisto» (Le Pen) e sulla Francia «potenza ecologica» (Macron). I due candidati non hanno rinunciato a stuzzicarsi o a evidenziare i punti deboli dell’avversario. La Le Pen ha infatti più volte provato ad innervosire il rivale richiamandolo «alla vita reale» mentre l’altro scuoteva la testa ripetendo «madame Le Pen, madame Le Pen, madame Le Pen…». Un po’ come farebbe un professore con un alunno poco preparato. Ma la leader di Rn preparata lo era. Ha studiato i dossier in clausura, esibendo anche competenza tecnica. Seppur a discapito dei piatti forti della destra radicale – immigrazione fuori controllo, preferenza nazionale, “prima i francesi” – che ne hanno sempre scandito le battaglie politiche. Ma anche la “operazione-empatia” di Macron è riuscita a metà.
L’operazione-empatia del presidente riesce solo a metà
Stretto tra l’obiettivo di scaldare i cuori dei francesi e quello di non regalare terreno all’avversaria, il presidente è rimasto in mezzo al guado. Sia come sia, il duello di ieri, insomma, non appare destinato ad entrare negli annali delle presidenziali francesi. L’unico acuto, il colpo basso sferrato alla Le Pen sul suo presunto filo-puntinismo testimoniato, secondo Macron, dal finanziamento ottenuto dal Rn da una banca ceco-russa. Ma al di là di questo, è mancata la zampata decisiva, l’affondo vincente, l’attacco destinato a restare scolpito nella testa del telespettatore. Fu così quello del 1981, tra l’uscente Valérie Giscard d’Estaing e lo sfidante socialista François Mitterrand, in pista ormai da 26 anni, come non mancò di ricordagli l’avversario. «Io sarò pure l’uomo del passato – replicò lui -, ma lei è certamente diventato l’uomo del passivo». E fu rivincita. Altri tempi, altri duelli.