Francia, per i sondaggi sarà la Le Pen a sfidare Macron. La leader di Rn può vincere: ecco perché
Manca solo l’ufficialità del voto, ma i giochi del primo turno in vista del ballottaggio sembrano fatti: ad accedervi saranno Emmanuel Macron e Jean Marie Le Pen. Secondo i sondaggi effettuati da OpinionWay e Kéa Partners per il quotidiano Les Echs, la candidata del Rassemblement National avrebbe consolidato la propria posizione guadagnando due punti percentuali. Ora è a quota 22, a meno 6 dal presidente uscente. Al terzo posto, con il 14 per cento, il candidato di France Insoumise, Jean-Luc Melenchon, seguito ex-aequo a quota 9 dalla repubblicana Valerie Pécresse e dall’ultraconservatore Eric Zemmour.
Marine Le Pen guadagna altri due punti
Non sfonda l’ambientalista Yannick Jadot, ferma al 6 per cento, mentre rischia addirittura l’insondabilità la socialista Anne Hidalgo: 2 per cento. Si tratta dell’ultimo sondaggio prima del voto di domenica prossima. Un voto pesantemente condizionato dalla guerra e che può risolversi in un vantaggio per Macron. Ovunque, infatti, le crisi imprimono all’opinione pubblica una forza centripeta che spinge gli elettori a stringersi intorno ai governi. Non è un caso che i sondaggi relativi al secondo turno diano Macron al 53 per cento e Marin Le Pen al 47. Una simulazione da prendere tuttavia con le molle alla luce del testa a testa che caratterizza la sfida del ballottaggio.
Destre unite al ballottaggio
In realtà, lo staff di En Marche! (questo il nome della sigla del presidente uscente) prende molto sul serio l’ipotesi di una vittoria della Le Pen. Evidentemente non sottovalutano i segnali di disgelo tra la leader del Rn e Zemmour. Il leader di Reconquête! ha già fatto capire che è pronto a sostenerla al ballottaggio. Nel frattempo, alza i toni e promette «l’espulsione di un milione di immigrati irregolari» in caso di vittoria. Nel frattempo, fa discutere la decisione di Macron di disertare il dibattito tv (l’ultimo del primo turno) in onda domani su France 2. Una decisione definita dai giornalisti dell’emittente pubblica «incomprensibile», ma che Macron ha giustificato con non meglio precisati «problemi di agenda».