Giallo sul magnate russo del gas morto: suicidio? Anche moglie e figlia uccise con un’ascia. Cosa non torna
Omicidio suicidio o una strage su commissione eseguita da terzi? È giallo sull’oligarca russo trovato morto. Un magnate del gas che si sarebbe impiccato. Suicidio? Assassinate con l’ascia anche moglie e figlia. Ma qualcosa non torna. Il caso del magnate russo Sergey Protosenya, che la polizia spagnola ha ritrovato impiccato nel giardino della sua villa a Lloret de Mar. All’interno della residenza di lusso, la moglie Natalia e la figlia di 18 anni riverse nel loro stesso sangue. Le avrebbe uccise nel sonno, con un’ascia, l’oligarca. Dopo si sarebbe tolto la vita lui stesso. Così spiegano gli investigatori iberici che hanno ritrovato accanto al corpo di Protosenya un coltello e appunto un’ascia con tracce di sangue. Questo riferisce il canale tv spagnolo Telecinco, indicando, secondo le prime indagine sul milionario russo – il cui patrimonio è stimato intorno ai 400 milioni di euro – il marito, il padre, come l’autore del massacro.
Spagna, oligarca russo morto, trovato impiccato: avrebbe ucciso moglie e figlia
Ma il condizionale è d’obbligo. Di certo, al momento, c’è solo che la famiglia si sarebbe recata a Lloret de Mar per passare la Settimana santa. E che un altro figlio di Protosenya – che ha dato l’allarme alle forze dell’ordine perché non riusciva a contattare i suoi – è scampato alla morte. Solo perché è rimasto nella residenza abituale della famiglia in Francia. Il resto, invece, che apre a molti interrogativi sulla morte del magnate russo – che nel passato aveva ricoperto per sette anni il ruolo di vicepresidente del colosso russo Novatek – ricalca pedissequamente quanto accaduto nei giorni scorsi a Mosca a un altro oligarca, Vladislav Avayev.
Due magnati del gas morti in due giorni: le strane concomitanze
Un ex funzionario del Cremlino, e vicepresidente di Gazprombank, trovato senza vita e con una pistola in mano in casa sua a Mosca. Riverso in un lago di sangue. Poco distanti da lui, giacevano i corpi esanimi della la moglie Yelena, incinta, e la figlia minore della coppia Maria, appena 13enne. Due casi, due famiglie sterminate, a distanza di un giorno l’una dall’altra. Due uomini ricchi e potenti. Che hanno rivestito ruoli e incarichi di prestigio. Morti in circostanze simili. E sui cui delitti gravano indizi e suggestioni che inducono a pensare all’uccisione dei propri cari e al suicidio frutto della disperazione. Ma sarà davvero così? Quanto meno la concomitanza di tempistiche e modalità dei delitti, e le drammatiche analogie tra i due casi, danno adito al dubbio. Spetterà agli inquirenti provare a risolverlo.