Grillo detta a Conte la linea “cinese”: dal blog arriva l’apologia del leader filo-russo Xi Jinping
Il Grillo cinese è tornato, stavolta forte di un accordo economico e politico con Conte che gli consente di dettare la linea, anche quando va in contrasto con quella del governo Draghi al quale il M5S dà un contributo determinante. Stavolta “l’elevato” manda avanti, sul suo blog, un docente di fiducia, che tesse l’elogio del leader cinese Xi Jinping e la sua diplomazia globalista. Nulla dice, però, sulla opportunistica posizione di sostegno più o meno esplicito alla Russia guerrafondaia, per non parlare delle omissioni e dei silenzi sul Covid. E nulla dice Grillo, dal suo blog filo-cinese-russo, sul filo-Putiniano Petrocelli, di cui Conte ha chiesto l’espulsione.
Grillo il cinese che parla ai filo-russi
“La Repubblica popolare cinese sembra fornirci un approccio unico ed efficace per costruire la pace, agendo per la stabilizzazione dei rapporti internazionali”, scrive Fabio Massimo Parenti, Foreign Associate Professor di Economia Politica Internazionale alla China Foreign Affairs University di Pechino, in un post pubblicato sul Blog di Beppe Grillo. L’articolo è preceduto da una citazione di Xi Jinping: “I paesi di tutto il mondo sono come i passeggeri a bordo della stessa nave che condividono lo stesso destino. Affinché la nave resista alla tempesta e salpi verso un futuro radioso, tutti i passeggeri devono lavorare insieme. L‘idea di buttare qualcuno fuori bordo è semplicemente non accettabile”, dichiarava il presidente cinese lo scorso 21 aprile.
“Spogliandoci dalla nostra autoreferenzialità eurocentrica”, si legge nel post di Parenti, “potremmo prendere in prestito le linee guida della politica estera di Beijing: uscire dalla logica dei blocchi, rifiutare le pratiche da nuova guerra fredda e mettere al centro il multilateralismo, il dialogo e la cooperazione. La Cina, con l’estensione delle nuove vie della seta a più di 140 paesi, è divenuta la principale promotrice di una globalizzazione inclusiva ed il primo polo economico mondiale senza mai indulgere ad espansione militare, guerre di invasione, strategie di ‘blocco’, imposizione di modelli. La pace si costruisce con gli scambi culturali, il dialogo e il commercio. Più quest’ultimo cresce, più ci saranno scambi tra persone – i vettori culturali per eccellenza – più aumenterà la conoscenza reciproca e quindi il coordinamento politico necessario alla coesistenza pacifica”. “Purtroppo, l’Occidente non sta investendo in piani per l’integrazione tra popoli, paesi, economie, ma sta scegliendo la corsa al riarmo, che può e dev’essere assolutamente fermata”.