“Ha detto frasi pro Putin, revocate il Premio Ischia a Tony Capuozzo”. La replica: “Ve lo rimando subito”

6 Apr 2022 15:18 - di Luisa Perri
Tony Capuozzo, Ischia Premio

L’associazione “Pas dell’isola verde” ha chiesto l’immediata revoca del Premio Ischia di Giornalismo assegnato nel 2011 al giornalista Tony Capuozzo «per le sue posizioni “pro Putin” espresse lunedì 4 aprile durante la trasmissione Quarta Repubblica su Rete4».

La revoca del Premio Ischia all’inviato di guerra

Un comunicato stampa dell’associazione isolana ha chiesto infatti la revoca del “Premio Ischia” all’inviato di guerra «poiché gli orientamenti palesati dal giornalista-scrittore contrastano coi principi a cui il riconoscimento, promosso dalla Fondazione Valentino, s’ispira». Comunque la si pensi, una censura senza precedenti. Nel comunicato, i promotori premettono:  «Abbiamo sempre nutrito – in passato – sentimenti di stima, ammirazione, simpatia per l’anziano ed esperto giornalista friulano Tony Capuozzo, 73 anni – già inviato di guerra nelle isole Falkland, nella ex Jugoslavia, in Somalia, Afghanistan».

Tuttavia, alla luce delle «gratuite e surreali dichiarazioni (sulla falsariga dei comunicati del Cremino) rese, dall’ex vicedirettore del TG5 – nella serata del 4 aprile 2022, alla trasmissione televisiva, di Rete 4, “Quarta Repubblica”, condotta da Nicola Porro – tese ad ingenerare dubbi sulla strage di Bucha, compiuta dai soldati russi in  Ucraina, benché corroborata dall’Ue, dai funzionari del Trib. Penale dell’Aja, da decine di testimoni oculari, dai mass media di tutto il mondo e da immagini satellitari», il premio va revocato.

Che cosa aveva detto Tony Capuozzo sulla strage di Bucha

La risposta del giornalista friulana non si è fatta attendere: «Pronto a restituirlo. Datemi il tempo di ritrovarlo. DHL va bene ? Chiedo solo piccola rettifica: non erano frasi pro Putin. Pro ricerca della verità, piuttosto».

“Io sollevo qualche dubbio su quello che è accaduto a Bucha. – ha detto Capuozzo – Mi faccio qualche domanda e voglio ricostruire quello che è accaduto a Bucha. Il 30 marzo i russi si sono ritirati da Bucha , poi il 31 marzo il sindaco di Bucha rilascia un’intervista in cui esprime la propria soddisfazione per il fatto che i russi hanno finalmente abbandonato il paese. Il 1° aprile c’è un’altra intervista a “Ucraine 24Tv” non c’è menzione dei morti nelle parole del sindaco e Bucha non è una città con appena 28mila abitanti ed è possibile che nessuno gli abbia detto che in quel quartiere c’erano decine di morti in strada?”.
A queste parole Daniele Capezzone ha replicato citando il New York Times: “Ha mostrato le foto di tre settimane fa, quando Bucha era sotto il controllo russo. Le immagini satellitari mostrano i civili ammazzati, a terra. Mi delude che da settimane dici che gli ucraini dovrebbero arrendersi. E mi delude la parola messinscena. Dobbiamo farci le domande e cercare la verità”.

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