Il governo dei “migliori” barcolla, Conte minaccia Draghi sull’Ucraina. L’ira di Letta
Conte sfida Draghi sull’Ucraina. «Sarà importante che il premier chiarisca l’indirizzo politico che intende far valere nei contesti internazionali, e che questo sia vagliato e approvato dal Parlamento», afferma il leader M5S Giuseppe Conte, parlando del ruolo dell’Italia nella crisi russo-ucraina in un’intervista rilasciata al Fatto quotidiano. Sul rapporto con gli alleati dem, l’ex premier risponde: «Non mi interessa essere più a sinistra del Pd. Mi preme piuttosto esprimere la chiara identità progressista del Movimento e la sua grande forza innovatrice e trasformatrice del Paese». La replica di Letta arriva a stretto giro di posta. Conte chiede un intervento di Draghi in Aula sulla crisi ucraina? «Confesso che stamattina non ho ancora letto i giornali. Sono a Palermo – dice Letta a Rai Radio Uno – sto andando ad occuparmi di altre cose rispetto a questi temi. Ci sarà tempo di occuparsene durante la giornata».
Conte e le critiche ai dem
E rimarca: «Quando il Movimento ha espresso una profonda convinzione, come quella della contrarietà al riarmo e sul perimetro di legittimità del sostegno all’Ucraina, la reazione da parte di alcune componenti del Pd è stata aggressiva e irriguardosa. Ciò mi fa pensare che abbiamo ancora molto da lavorare sulla strada di un dialogo fondato sul reciproco rispetto, che scacci via pretese egemoniche di una forza egemonica».
Conte sulle armi
E poi ancora sulle armi e sulla distinzione tra quelle offensive e difensive. «Non è affatto vaga. La mia maggiore preoccupazione è che rimanga vago l’obiettivo politico che vogliamo perseguire. Offriamo sostegno all’Ucraina per difendersi oppure ci prefiggiamo di rovesciare il regime di Putin e di innalzare lo scontro armato portandolo a un livello planetario?».
«L’unico obiettivo ragionevole…»
Il fatto gli chiede: teme che questo sia l’obiettivo degli Stati Uniti? «Nell’ambito di un’alleanza euroatlantica – risponde Conte – possono convivere diversi obiettivi e se ne può discutere. Ecco perché ritengo di straordinaria importanza che l’Italia si faccia carico dell’unico obiettivo ragionevole, ossia permettere all’Ucraina di difendersi senza contribuire a un’escalation militare che amplierebbe la sofferenza delle popolazioni e le distruzioni, e ci precipiterebbe in una severa recessione economica». E infine. «Le prossime settimane saranno decisive, considerando le visite di Draghi a Washington e a Kiev, e considerando il contributo che l’Italia potrà dare nel quadro dei Paesi garanti».