“Il Mostro” della malagiustizia: ecco il libro con cui Renzi vuole “processare” i suoi accusatori
Da “I Mostri” a “Il Mostro“. Dal film di Dino Risi al prossimo libro (10 maggio) di Matteo Renzi sono passati esattamente 59 anni. Un’infinità che tuttavia non ha cambiato il vezzo tutto italico di classificare come mostruoso tutto quel che che in qualche modo ci danneggia o semplicemente ci disturba. Una versione assai addomesticata rispetto al monstrum latino, che invece indicava l’eccezionale, il prodigioso, il “mai visto”. Non erano certo tali i personaggi incarnati dalla coppia Gassman-Tognazzi. Ma Risi li utilizzò come “mostri” soprattutto per fustigare vizi privati e pubbliche virtù dell’Italia del boom, cesellando un capolavoro di rara ironia.
Renzi tenta di uscire dall’ombra
Renzi invece farà leva sul rancore di politico disarcionato per apparecchiare un “processo” ai suoi stessi accusatori pur servendosi, assicura, solo di «atti e fatti». Ma probabilmente è il senatore, più del regista, ad avvicinarsi al significato racchiuso nell’etimo di mostro. Considera infatti la propria vicenda giudiziaria come un unicum, un “mai visto” appunto. «Il Mostro – scrive – è una ricostruzione lucida e allo stesso tempo accorata del funzionamento della giustizia italiana e di un certo legame con taluni organi di informazione. Una ricostruzione che, tassello dopo tassello, evidenzia come il cattivo uso di un potere costituito possa distruggere la carriera e la vita di ogni singolo cittadino, non solo di personaggi pubblici».
«Mi hanno reso un mostro agli occhi degli italiani»
Nel libro Renzi ripercorre l’intera vicenda giudiziaria che ha coinvolto prima i suoi genitori, poi il Giglio magico e infine egli stesso. Una serie di colpi che, recrimina, «mi hanno reso un mostro agli occhi di molti miei connazionali». Colpi bassi, soprattutto. L’ex-premier ne è convinto: dall’arresto dei genitori al sequestro dei telefonini agli amici non indagati, passando per la pubblicazione negli atti della corrispondenza del padre. «Voglio raccontare ciò che è successo dicendo perché ho scelto di combattere a viso aperto contro le ingiustizie – spiega Renzi -. Perché ho scelto di denunciare in sede civile e penale, convinto che la legge sia uguale per tutti. Per i politici, certo. Ma deve essere uguale per tutti davvero, anche per certi magistrati, anche per certi giornalisti». Già, dove si nasconde il Mostro, quello vero?