Il Papa conferma: “Sono pronto ad andare a Kiev, questa guerra è sacrilega”. Sul tavolo un incontro con Kirill
Di ritorno dal viaggio a Malta il Papa conferma la sua disponibilità ad andare a Kiev. Anche se, aggiunge, non sa se la cosa sia realizzabile e conveniente. Di una cosa si dice certo, però: «La guerra è sempre crudeltà. Una cosa inumana che va contro lo spirito umano». Di più: nell’Angelus che ieri ha presieduto a Malta, nella seconda e ultima giornata del viaggio internazionale, il Pontefice insiste a parlare di una «guerra sacrilega, ingiusta e selvaggia». E a 40 giorni dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, e all’indomani dell’orrore di Bucha, torna ad utilizzare il termine «sacrilega» per condannare l’aggressione di Mosca. Quindi dichiara: «Io sono disposto a fare tutto quello che si può fare. La Santa Sede ha tutta una parte diplomatica al lavoro: Parolin, Gallagher, stanno facendo di tutto. Non si può pubblicare tutto quello che fanno per motivi di sicurezza», dice Bergoglio sul volo di ritorno da Malta. «Poi, se è per il meglio o devo farlo. È in aria tutto questo»…
Il Papa: «Sono pronto ad andare a Kiev»
«Siamo al limite del lavoro. Ci sono due viaggi possibili: uno lo farà il cardinale elemosiniere Krajewski – che è già stato due volte ad aiutare gli ucraini – andando a visitare gli ucraini in Polonia. L’altro viaggio, che qualcuno mi ha chiesto, sarebbe quello per Kiev: dico con sincerità che io avevo in mente di andarci, la disponibilità c’è sempre, non c’è il no, sono disponibile, è sul tavolo. Ma non so se si potrà fare e se sarà conveniente farlo. È nell’aria tutto questo. E poi da tempo si pensa a un incontro con il patriarca Kirill: si sta lavorando per realizzarlo. Probabilmente in Medio Oriente». Non è una novità che il Vaticano sta cercando in ogni modo di favorire la pace. Ma un eventuale viaggio di Papa Francesco a Kiev si inserirebbe anche nello scontro tra ortodossi ucraini e russi. Non a caso, qualche giorno fa, a riguardo Massimo Franco commentava: «Di fatto, Francesco verrebbe considerato come schierato con la parte antirussa del mondo ortodosso».
Sul tavolo un incontro col patriarca Kirill, ma…
Il Papa di recente non ha sentito il leader del Cremlino Putin, ma sulla guerra in Ucraina – ribadisce – gli direbbe le stesse cose che ha detto alle altre autorità. «Gli direi le cose che ho detto alle autorità di ogni parte, sono pubbliche – dice Bergoglio sul volo che lo riporta in Vaticano –. Nessuna delle cose che ho detto è riservata per me. Ho parlato col patriarca, lui ha fatto una bella dichiarazione di quello che ci siamo detti. Il presidente della Russia mi ha chiamato a fine anno per farmi gli auguri. Il presidente dell’Ucraina l’ho sentito due volte». Non solo. A proposito di contatti il Santo Padre rivela anche: «Il primo giorno della guerra ho pensato di andare all’ambasciata russa presso la Santa sede, che rappresenta il popolo, per fargli domande e dire le mie impressioni. Questi sono i contatti ufficiali».
Messagio per Putin? «Non ho un doppio linguaggio, è sempre lo stesso…»
E ancora. «Ho anche sentito l’arcivescovo maggiore di Kiev Schevchuk – ricorda –. E poi sono stato in contatto ogni tre giorni con la giornalista Elisabetta Piquet, che adesso è a Odessa: lei mi dice come vanno le cose. Quindi, ho parlato con il rettore del seminario. Vorrei darvi le condoglianze per i vostri colleghi che sono caduti, siano della parte che siano. Il vostro lavoro è per il bene comune: sono caduti a servizio del bene comune, non dimentichiamoli, sono stati coraggiosi. Io prego per loro perché il Signore dia loro il premio per il loro lavoro». Infine, la domanda che si ripete più insistentemente: cosa direbbe a Putin? «Il messaggio che ho dato a tutte le autorità – replica il Papa – quello che dico pubblicamente. Non ho un doppio linguaggio, è sempre lo stesso»…