Immigrati spediti in Ruanda, il governo britannico fa sul serio e ignora le proteste di Ue, Onu e Ong
Ma è guerra anche agli scafisti. Nel suo discorso, il premier britannico ha inoltre attaccato i trafficanti di esseri umani affermando che Londra non può tollerare un sistema illegale e dichiarando: “La nostra compassione può essere infinita, ma la nostra capacità di aiutare le persone no”.
Immigrati in Ruanda, Londra approva una procedura speciale
La ministra britannica dell’Interno Priti Patel ha intanto dovuto ricorrere alla rara procedura della “direttiva ministeriale” per l’approvazione del controverso e contestato piano dell’invio dei richiedenti asilo in Ruanda. La rivela la Bbc, spiegando che la ministra si è così assunta la responsabilità personale del progetto, dopo che i funzionari del dicastero avevano espresso dubbi sul piano di ricollocamento dei migranti nel paese africano. E’ solo la seconda volta in 30 anni che un ministro dell’Interno fa ricorso a questa procedura.
Il sindacato Pcs, che rappresenta i funzionari pubblici, ha definito “inumano” l’invio dei migranti in Ruanda. L’uso della “direttiva ministeriale”, nota la Bbc, sottolinea la natura poco convenzionale del piano del governo. Oltre alle critiche sugli aspetti legali, morali e logistici del progetto, diversi funzionari del ministero hanno sottolineato che non vi è modo di quantificarne bene i costi. Il progetto pilota parte da 120 milioni di sterline e prevede che migranti entrati illegalmente in Gran Bretagna dopo il primo gennaio possano essere inviati in Ruanda, dove potranno chiedere di stabilirsi.