Immigrazione, la faccia tosta delle Ong: scrivono alla Lamorgese. Vogliono maglie più larghe
Pressing delle Ong sul Viminale per la poca accoglienza riservata ai clandestini. “Dal 2014 più di 20.000 uomini, donne e bambini sono morti o scomparsi nel Mediterraneo. Solo nel 2021, sono state almeno 1.553 le vittime. Mentre dall’inizio dell’anno sono già quasi 500 le vite perse”. È la fotografia della triste contabilità delle vite spezzate nella rotta più pericolosa al mondo.
Immigrazione, le Ong scrivono a Lamorgese
Inizia così una lettera delle Ong inviata al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, nella quale si chiedono “azioni urgenti”. Perché “il salvataggio in mare è un obbligo degli Stati. Oltre che un dovere morale”. Come se l’Italia non fosse già molto esposta. La prima méta di approdo, la terra più invasa d’Europa. “I paesi europei e l’Italia – scrivono Msf, Emergency, Sea Watch, Open Arms, Mediterranea Saving Humans, ResQ – People Saving People, Sos Mediterranee e Alarm Phone – devono ritornare a degli standard decenti di tutela della vita umana, nel rispetto dei propri principi fondanti“.
Una lettera per denunciare le inadeguatezze
Un anno fa il 22 aprile del 2021, l’equipaggio a bordo di Ocean Viking fu testimone diretto di un naufragio nel Mediterraneo. Costato la vita a circa 130 persone. Dopo l’ennesima tragedia le ong furono ricevute dal capo del Viminale. E anche in quell’occasione denunciarono “l’inadeguatezza” della Guardia costiera libica e “l’illegittimità giuridica delle intercettazioni e dei respingimenti”. “Un anno dopo la situazione non è cambiata”, si legge nella lettera.
La protesta contro l’Europa che non interviene
Per il cartello di organizzazioni non governative( alcune delle quali hanno ‘dimostrato’ di fare business sulla tragedia in ‘collaborazione’ con gli scafisti) “nessuno degli accordi e delle misure adottate dagli Stati dopo la fine dell’operazione italiana ‘Mare Nostrum’ è mai riuscito a diminuire il tasso di mortalità”. Nella lettera inviata al ministro Lamorgese le ong ripropongono le loro richieste. L’istituzione nel Mediterraneo centrale di operazioni di salvataggio marittimo “trasparenti. Legali. Sicure e potenziate con mezzi di soccorso guidati dagli Stati. In conformità con quanto previsto dal diritto marittimo e internazionale, senza ulteriori indugi”. E ancora: la “mobilitazione immediata di centri di coordinamento del salvataggio marittimo. Efficaci e responsabili. E la sospensione del sostegno alle autorità libiche”.
Il Viminale dovrebbe allargare le maglie
La Germania ha deciso di interrompere il coinvolgimento dei suoi servizi militari negli addestramenti della guardia costiera libica. Una decisione “coerente col diritto internazionale”, secondo le Ong. Al ministro Lamorgese chiedono infine “quali iniziative concrete sono state prese dall’Italia con gli altri Paesi europei, nel corso dell’ultimo anno. Per assicurare operazioni di soccorso coordinate e tempestive, in modo che salvare vite umane torni ad essere una priorità”. Insomma chiedono alla ministra di allargare le maglie. Ancora. Di più.
l’Italia deve cominciare a battere i piedi in sede Europea per il superamento del trattato di Dublino e riguardo il tema della redistribuzione automatica dei cosiddetti naufraghi salvati in mare.
In più si deve esigere una rotazione automatica dei porti di sbarco tra i paesi UE affacciati sul Mediterraneo.
Basta essere abbandonati dall’Europa ed in preda ai ricatti delle ong
Non siete contenti di aver ridotto una Nazione (cola brodo!), Ecco perchè all’estero ci trattano a banane in faccia. Vergognatevi.