Inferno Azovstal, imminente attacco dei russi. Il comandante: siamo oltre la catastrofe umanitaria
Kiev è sotto attacco e Mariupol è rasa al suolo, con migliaia di civili uccisi. L'”Aleppo europea”, come l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri, Josep Borrell, ha definito la città a sudovest dell’Ucraina, prova a resistere nel suo presidio dell’acciaieria di Azovstal. Ma anche lì, come fa sapere Petro Andrushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol, le forze russe hanno chiuso un’area urbana, in vista di un altro possibile tentativo di prendere d’assalto l’impianto diventato il rifugio di famiglie e il bunker dei militari.
Apocalisse Mariupol, incombe l’incubo di un attacco imminente su Azovstal
«Per ora gli occupanti hanno chiuso nuovamente la piazza del distretto della Rive Gauche dal Parco Veselka, a nord dell’acciaieria. Ciò potrebbe essere dovuto a un altro tentativo di attacco alla Azovstal. Oppure a scontri di strada», anticipa Andrushchenko con una sorta di diario di guerra che prelude a combattimenti imminenti. E c’è di più. La situazione nella Azovstal di Mariupol è ormai «oltre la catastrofe umanitaria», ha affermato alla Cnn il maggiore Serhiy Volyna, comandante della 36esima brigata marina che guida le forze ucraine asserragliate nell’acciaieria, insieme a centinaia di civili. Compresi, spiega, sessanta bambini, tra cui un neonato di appena quattro mesi…
Il comandante nell’acciaieria: ormai siamo «oltre la catastrofe umanitaria»…
Scorte di acqua, viveri e medicinali sono agli sgoccioli. La paura regna sovrana. Quel gigante di cemento armato e acciaio sembra ridotto a uno scheletro nel cui ventre si annidano speranze di salvezza che si assottigliano a ogni ora che passa. «Abbiamo molta poca acqua. Molto poco cibo rimasto», continua Volyna. Spiegando che i recenti bombardamenti russi sull’ospedale da campo che era all’interno del complesso hanno distrutto vitale equipaggiamento medico. «È stata colpita direttamente la sala operatoria, e tutto l’equipaggiamento e il materiale necessario per gli interventi è stato polverizzato – continua –. Non possiamo curare i nostri feriti. Soprattutto le ferite da proiettile e schegge».
Operazione salvataggio, «abbiamo grandi speranze che Zelensky riuscirà a farci uscire da qui»
Ma, cosa ulteriormente angosciante, il comandante afferma poi di non «conoscere i dettagli» del possibile piano di evacuazione annunciato per oggi. «So che la missione è arrivata a Zaporizhzhia. E che stanno cercando di lanciare un’operazione di salvataggio», ha continuato il maggiore Volyna, dicendo di essere in contatto diretto con il presidente Volodymyr Zelensky. Il quale li ha aggiornati sulla «situazione in tutta l’Ucraina e a Mariupol», cercando di «tenere alto il morale». «Non possiamo dirvi per certo quanto ancora riusciremo a resistere – conclude –. Tutto dipende dai movimenti del nemico e anche dalla fortuna. Noi abbiamo grandi speranze nella possibilità di essere evacuati. E nel fatto che il presidente riuscirà a farci uscire da qui»…