La Cina: “Non vogliamo la terza guerra mondiale”. Pressing sul Cremlino per il cessate il fuoco

26 Apr 2022 13:20 - di Gigliola Bardi
terza guerra mondiale

È arrivata da Pechino la risposta al ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, che ha indicato come «reale» la possibilità di una terza guerra mondiale. «Nessuno la vuole. Tutte le parti dovrebbero sostenere il dialogo e i negoziati per evitare un’escalation del conflitto, evitare che l’Europa e il mondo paghino un prezzo maggiore», ha detto nel corso di un incontro con la stampa il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, la cui dichiarazione è stata rilanciata anche dall’agenzia di stampa russa Tass.

Lo spettro della terza guerra mondiale

L’altolà di Pechino, che dall’inizio del conflitto non si è mai espresso contro la Russia, è arrivato mentre il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, volato a Mosca per un colloquio con Lavrov, chiedeva di «trovare i modi per creare le condizioni di un cessate il fuoco in Ucraina il prima possibile». «Dobbiamo fare tutto ciò che è possibile», ha detto Guterres, sottolineando che ci sono «diverse interpretazioni su ciò che sta accadendo in Ucraina», ma ciò «non limita la possibilità di avere un dialogo molto serio per ridurre al minimo la sofferenza delle persone».

Il pressing su Mosca per il cessate il fuoco

Contemporaneamente, Putin era impegnato in un colloquio telefonico con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il quale ha assicurato che Ankara «continuerà» a mettere in campo «tutti gli sforzi necessari» per contribuire ad arrivare a una «pace duratura» tra Russia e Ucraina. Erdogan, inoltre, ha ribadito l’invito a ospitare un incontro tra Putin e Zelensky, ravvisando la necessità di un colloquio diretto tra i due. «Il presidente Erdogan, che ha affermato l’importanza di arrivare a un cessate il fuoco, di lavorare concretamente sui corridoi umanitari e sulle evacuazioni in sicurezza (dalle aree di conflitto), ha osservato che la Turchia continuerà a fare tutto il possibile per fermare questo corso degli eventi che danneggia tutti e per garantire una pace duratura», si legge nella dichiarazione della presidenza turca riportata dal giornale filogovernativo Daily Sabah.

Rampelli: «L’Onu doveva muoversi prima»

«L’Onu avrebbe dovuto agire molto tempo prima, il suo ritardo ne tradisce l’inutilità. Tuttavia auspichiamo che metta in campo una proposta efficace per far cessare questa aggressione, un cessate il fuoco o l’invio di una forza di interposizione», ha commentato il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ospite ad Agorà su Rai3, ricordando che «i leader europei hanno tentato varie mediazioni, ma sono comunque rappresentati di parte, era l’Onu l’organismo sovranazionale preposto a dirimere i contrasti prima dell’invasione dell’Ucraina».

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