La longa manus del Fisco anche sui figli: ecco che succede. Torna l’incubo del redditometro

9 Apr 2022 19:48 - di Fortunata Cerri
Fisco

La  longa manus del Fisco potrebbe allungarsi anche sui figli che vivono in famiglia e lavorano. In molte famiglie ci sono, infatti, figli maggiorenni che lavorano e hanno un proprio reddito. Spesso anziché andare via di casa continuano a vivere con i genitori e contribuiscono alle spese.

Quando scatta l’accertamento del Fisco

Che succede allora? In questi casi potrebbe scattare l’accertamento del Fisco. A questo riguardo viene utilizzato lo strumento del redditometro, che mette in luce gli scostamenti tra i redditi dichiarati e le spese fatte. Come si legge sul Giornale, l’articolo 22 DL n. 78/2010 ha disposto che l’Agenzia delle Entrate, per le attività di controllo, «può procedere alla ricostruzione del reddito di ciascun contribuente mettendo a confronto il reddito dichiarato con le spese effettuate nell’anno».

Torna operativo il redditometro

Questo strumento introdotto per misurare la capacità di spesa delle famiglie dopo tre anni di stop è tornato operativo per gli accertamenti a partire dal periodo d’imposta 2016. L’obiettivo, sottolinea il quotidiano,  sarà quello di accertare la vera capacità contributiva dei cittadini. E far scattare eventuali controlli in presenza di uno scostamento superiore del 20% tra redditi dichiarati e ricostruiti.

Che cos’è il redditometro

Come si legge sul sito laleggeugualepertutti.it, «il redditometro è uno strumento di accertamento dei redditi che si basa su presunzioni, ossia conseguenze che la legge trae da un fatto noto per risalire ad un fatto ignoto: nel nostro caso, il fatto noto sono le spese sostenute, che risultano nelle banche dati del Fisco, e il fatto ignoto sono i redditi occultati alla tassazione. Per misurare questi redditi esiste, in base alla normativa tributaria, l’accertamento sintetico mediante redditometro: l’acquisto di determinati beni, come le auto di lusso, è considerato sintomo di ricchezza e, se non trova spiegazioni nei redditi già dichiarati, fa partire l’accertamento fiscale».

Fisco, come comportarsi

Come comportarsi allora? Il Giornale riporta la spiegazione degli esperti: «Il figlio che lavora e vive ancora con i suoi genitori, può contribuire alle spese, senza andare incontro a sanzioni o verifiche. Il rischio, però, diventa concreto quando il reddito di lavoro è in nero o non tassato adeguatamente». E poi ancora. In caso di scostamento, per evitare conseguenze fiscali bisognerà che il genitore dimostri «che il maggiore reddito sia stato correttamente denunciato. (In caso contrario deve dimostrare che si tratta di somme esenti da denuncia». E che «il figlio accerti di aver contribuito alle spese (risultate maggiori delle entrate della famiglia) con un reddito (di lavoro) che risulta all’Agenzia delle Entrate».

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