La Polonia smantella i monumenti sovietici: «Non si può celebrare chi ha causato tanto dolore»
L’Istituto per la Memoria Nazionale della Polonia ha annunciato lo smantellamento di tre monumenti sovietici. Lo ha riferito l’agenzia Interfax. Si tratta, in particolare, dei monumenti dell’Armata Rossa di Siedlec e di Garntsarsko e Mendzibloc, che saranno eliminati il 20 aprile. La notizia arriva a ridosso di quella di segno opposto riguardo la statua di Lenin eretta a Henichesk, città ucraina occupata dai militari russi nella regione di Kherson.
«Non si può celebrare chi ancora perpetra genocidi»
«È un’ingiustizia verso le vittime, una violenza contro la storia e la verità storica, contro la decenza, mettere sul piedistallo coloro che hanno ridotto in schiavitù gli Stati liberi e indipendenti, coloro che hanno causato dolore e sofferenza a donne e bambini. Coloro che oggi stanno perpetrando i genocidi del 21esimo secolo», ha commentato il Karol Navrocki Institute of National Remembrance, in occasione dello smantellamento del monumento di Siedlec.
Il piano della Polonia per smantellare i monumenti sovietici
In Polonia ci sono oggi circa 60 monumenti sovietici. Il loro abbattimento, però, non è una novità. L’Istituto per la memoria nazionale (Ipn), infatti, ricevette già tra il 2016 e il 2017 il mandato di smantellare i monumenti all’Armata rossa e di trasferirli lontano dalla vista nel bunker esistente nei sotterranei del Museo della Guerra Fredda di Podborsko, nel nordovest del Paese. La decisione arrivò all’apice dello scontro politico tra Polonia e Russia.