L’Anpi inneggia a Stalin ma urla contro Ramelli. Sala: “Andrò al corteo, fa parte della storia di Milano”
Torna la vergogna dell’Anpi a giudicare “inaccettabile” il corteo per commemorare Sergio Rammelli a Milano il 29 aprile, il militante di destra preso a sprangate dalla furia di alcuni membri del gruppo di estrema sinistra di Avanguardia operaia nel 1975. A soli 17 anni. Sinistramente e tristemente un articolo di Repubblica fa il coro e titola “Torna il corteo nero”. L’Associazione italiana partigiani non stanca delle figure barbine fatte il 25 aprile apre bocca con la volontà di impedire di ricordare un ragazzino ucciso vigliaccamente e atrocemente. Si tratta di un affronto «inaccettabile» perché, dice il presidente della sezione di Milano Roberto Cenati, è «una manifestazione di aperta apologia del fascismo;in contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione» e con la storia di «Milano, Città Medaglia d’Oro della Resistenza», motivi per cui il corteo andrebbe «impedito». Vergogna senza limiti.
Anpi della vergogna: corteo per Ramelli “inaccettabile”
Questore e prefetto hanno autorizzato il corteo, per cui “per me va bene- stronca Sala- la querelle- . Ci vado, come tutti gli anni, perché mi sembra giusto. Sono passaggi della storia della nostra città”. Il sindaco di Milano Beppe Sala – che venerdì pomeriggio sarà presenta al via dei lavori della Conferenza programmatica di FdI- spiega la sua partecipazione alla cerimonia in ricordo di Sergio Ramelli: “Con il momento storico che viviamo sarebbe opportuno che ci fosse più dibattito, anche su questi temi – ha dichiarato Sala all’Ansa-. Perciò lo faccio volentieri, perché è nel mio ruolo di sindaco. È ovvio che poi ciascuno vede le cose in funzione delle proprie idee: ma nel momento in cui il Prefetto, seguendo la legge, autorizza la manifestazione, non posso che partecipare. Anche la vicenda di Ramelli fa parte della storia di Milano”. E ci mancherebbe che non fosse così.