Acciaieria assediata, le incredibili accuse dei russi: “Ci sono degli attori nei video dei civili, ecco le prove”
La denuncia è terribile: “Stanotte c’è stata una quantità incredibile di bombe al fosforo, 50 attacchi aerei, razzi, artiglieria e tutto ciò che i barbari possono usare contro l’umanità. La vita a Mariupol adesso è un giorno pari a un anno”. Così, in un video pubblicato sul canale Telegram, il vice comandante del battaglione Azov Sviatoslav Palamar racconta l’odissea dell’acciaieria di Mariupol assediata. “Io chiedo chi ha dato tempo a Mosca per nascondere crimini di vastità difficile da immaginare, chi ha dato la possibilità all’orda di portare dei propagandisti pagati in città”, dice Palamar, che sembra lasciare intendere che l’acciaieria, e i suoi “ostaggi”, abbiano ormai le ore contate, civili e miliziani compresi.
L’assalto all’acciaieria e i costi enormi per i russi
“Abbiamo fatto il calcolo approssimativo di quanto i russi abbiano speso non per la costruzione degli asili, scuole, ospedali o semplicemente pensare ai loro anziani ma per la guerra a Mariupol. Sono delle cifre inimmaginabili. Solo ad ora, stando ai calcoli minimi, i mezzi militari distrutti sono costati loro 162 milioni di dollari. 288 milioni di dollari per tutti i voli dell’aviazione. Per i militari russi uccisi a Mariupol il governo dovrebbe rimborsare 661 milione di dollari. In totale sono 1.111.200.180 dollari senza contare le spese per equipaggiamento, carburante, cibo e così via”. E’ il calcolo del vice comandante del battaglione Azov Sviatoslav Palamar, secondo il quale con quei soldi “si sarebbero potute costruire 163 scuole, oppure 273 asili. 12 ospedali moderni, 32 ospedali ostetrici, 82 farmacie”, dice ancora Palamar. Che aggiunge: “Non potremo mai capire le loro azioni, perché noi non distruggiamo, noi costruiamo sempre. Oggi noi resistiamo, e salviamo vite”.
Le accuse di Mosca: “A Mariupol recitano degli attori”
Dalla Russia, però, arrivano accuse inverosilimi a Kiev di produrre “video con attori” per avallare la tesi della presenza di civili nelle acciaieri di Mariupol. “Benvenuti allo #ZelenskyShow”, scrive un utente su Twitter, rilanciando un montaggio diventato presto virale in cui il volto dell’attore presente in un video dell’ucraina Andrianna Kurylets viene paragonato a quello del civile presente nell’Azovstal. Un volto che secondo i russi è lo stesso e sarebbe quello di un attore. Si questa denuncia ha indagato il sito diretto da Enrico Mentanam Open, che è arrivato alla conclusione che nessuna messinscena sarebbe stata realizzata sul video diffuso da reggimento Azov in cui riprende tutti i civili nascosti nel bunker dell’Azovstal. Uno dei protagonisti manifesta infatti una somiglianza sospetta con un attore che appare in un altro video molto famoso, quello dell’attrice ucraina Andrianna Kurylets in cui si vede la donna, vestita con gli indumenti tradizionali ucraini, decapitare quello che dovrebbe rappresentare un soldato russo. Il civile catturato dalla telecamera del battaglione Azov, secondo i social russi sarebbe un attore,
Open: quell’uomo è in attore ma il video è vero
Il fact checking di Open arriva a una conclusione che smentisce la propaganda di Mosca: “Per capire se l’attore comparso nel controverso video dell’attrice ucraina ha davvero finto di essere un civile per rafforzare la presunta propaganda di Zelensky, bisogna innanzitutto risalire a una cosa: la sua identità. A darci qualche informazione in più sulla clip di Andrianna Kurylets è il media indipendente ucraino Tvoemisto. In un’intervista al regista e ideatore della clip, infatti, appare il nome dell’uomo che interpreta il soldato russo decapitato: Igor Danchuk. La sua professione è effettivamente quella dell’attore: Danchuk vive a Leopoli e partecipa a molti progetti artistici nei teatri della città. Quando l’abbiamo contattato per chiedergli se era lui l’uomo raffigurato nel bunker dell’Azovstal, ci ha risposto: ‘Non sono io, mi trovo a Leopoli’. Già il fatto che abbia una connessione internet per chattare con noi su Facebook potrebbe essere un importante indizio del fatto che Igor non si trova in un bunker sotterraneo. Ma se le sue parole non dovessero bastare a convincere i più scettici, gli abbiamo chiesto anche una prova del fatto che si trovi a Leopoli anziché a Mariupol: l’attore ci ha inviato una foto scattata in questi giorni, mentre stringe un giornale locale dove è chiaramente visibile la data del 22 aprile. É chiaro, quindi, che trovandosi a Leopoli, Danchunk non può essere la persona che i complottisti lo accusano di essere….”.
Qui l’articolo nel quale Open giudica irreali le accise di “recitazione” nei video da Mariupol, in basso il video postato dal battaglione Azov.