L’embargo in Italia al gas russo? Sei ministri dicono: è possibile. L’Ue discute nuove sanzioni
Rinunciare al gas russo per smettere di finanziare la guerra di Putin contro l’Ucraina? Sei ministri del governo Draghi, interpellati dal “Foglio“, non escludono l’embargo come misura per indebolire economicamente la Russia e prosciugare una fonte di enorme finanziamento, visto che l’Europa paga quotidianamente a Mosca una bolletta energetica di 800 mln di euro.
Il ministro della Cultura Dario Franceschini risponde con un “sì” lapidario alla domanda del quotidiano diretto da Claudio Cerasa se sia “opportuno ragionare seriamente sull’embargo”. Sulla stessa lunghezza d’onda, Lorenzo Guerini, ministro della Difesa. “Penso che per fermare la guerra di Putin sia necessario fare pressioni sulle sanzioni, e le più efficaci tra esse siano quelle che riguardano gas e petrolio. Pur nella consapevolezza di ciò che significa anche per noi e per le nostre economie”.
Allo stesso modo la pensa Massimo Garavaglia, ministro del Turismo, della Lega, secondo il quale è “probabile che si arrivi” a una soluzione del genere. Posizione condivisa anche dal capo delegazione del M5s al governo, Stefano Patuanelli,. “Quella dell’embargo è una strada percorribile”, afferma il ministro dell’Agricoltura.
“Non può essere escluso nulla” aggiunge il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, mentre Maria Stella Gelmini, sostiene che dell’embargo “se ne discuterà in sede Ue” e nel caso “occorre che l’Europa e gli alleati si facciano carico delle difficoltà di quei paesi che rischiano di andare in sofferenza”. “Sull’embargo bisogna ragionarci più che seriamente”, conclude la ministra per il Sud, Mara Carfagna.
Tra i Paesi membri dell’Ue “le discussioni sono in corso” su un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina. Colpire l’import di petrolio e carbone “per quanto riguarda la Commissione è certamente un’opzione, ma dobbiamo trovare un consenso tra gli Stati membri”. Così il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Valdis Dombrovskis, a Lussemburgo a margine dell’Ecofin.
“Le discussioni continueranno anche oggi – aggiunge – potrebbero essere anche sul versante commerciale, ma è importante proporre un pacchetto di sanzioni credibile, alla luce delle atrocità che l’esercito russo sta commettendo in Ucraina”, conclude.