L’ex pm Nordio: «Io ministro? Sono un giurista ma non sono adatto a cariche politiche»
«Io credo che per essere un buon ministro della Giustizia sia necessario avere una buona esperienza politica che io non ho, credo di essere un giurista che ha esercitato il suo lavoro per più di 40 anni con dignità e decenza ma non credo di essere adatto a cariche politiche». Così l’ex pm Carlo Nordio, a margine della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, in corso al Mico di Milano, replicando a chi gli chiedeva se in un ipotetico governo di centrodestra farebbe il ministro della Giustizia.
Nordio: «Un bravo politico deve avere il cervello per capire»
«Non è sufficiente essere dei buoni tecnici o delle brave persone per essere dei bravi politici – ha detto Nordio –. Un bravo politico deve avere il cervello per capire, il cuore ma soprattutto il braccio per eseguire come diceva Thibon, e questa terza condizione io non credo di averla perché non ho esperienza politica». Quindi ha aggiunto: «Questo non toglie, che così come a suo tempo ho presieduto la commissione per la riforma del codice penale rimasta poi nel cassetto, incarichi di ordine tecnico non siano i benvenuti».
Nordio: «Le riforme non le fa il ministro, ma il Parlamento»
L’ex pm si è poi soffermato sulla «riforma Cartabia, in linea generale, è il minimo sindacale per ottenere i sussidi dell’Europa». «Bisogna tener presente – ha sottolineato Nordio – che le riforme non le fa il ministro, ma le fa il Parlamento e questo Parlamento non ha né la forza politica né tantomeno la volontà di fare delle riforme efficaci». Per l’ex pm «c’è qualcosa di buono» per esempio «sulle limitazioni delle porte girevoli e anche su alcune giurisdizionalizzazioni». E ha aggiunto: «Penso per esempio al fatto che per ottenere i tabulati telefonici sia adesso necessario ricorrere al giudice mentre prima era sufficiente il decreto del pm. Sono riforme minime che non impattano su quelli che sono i problemi fondamentali della giustizia. Per avere una riforma che possa attuare completamente e compiutamente il processo anglosassone accusatorio occorre una riforma costituzionale».
«Serve quello che è scritto nel programma di FdI»
Che cosa serve di più? «Serve quello che è scritto nel programma di Fratelli d’Italia – ha rimarcato Nordio –. Occorre innanzitutto una separazione delle carriere o delle funzioni molto più accentuata, ma poi occorre attuare a fondo i principi del processo accusatorio. Quindi, per abbreviare i processi occorre introdurre la discrezionalità dell’azione penale, occorre limitare i poteri del pm e la devastazione della privacy attraverso le intercettazioni ambientali direzioni addirittura con il trojan. Occorre tutta una serie di riforme che questo Parlamento non è in grado e non ha nemmeno intenzione di fare».