L’odio è per sempre: i bambini dell’Ucraina coinvolti nella guerra non potranno mai perdonare i russi
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
L’odio è per sempre. Potranno mai perdonarli, i russi? I bambini costretti a vivere la brutalità della guerra, quelli che sono dovuti scappare dalle loro case; gli orfani. Potranno mai perdonarli i russi? Non credo, sinceramente non credo. Lo dico perché ho visto, ho ascoltato, ho fotografato. Ho calpestato un’altra terra martoriata dall’orrore della guerra. Nei Balcani, tra Serbia e Kosovo, ho ascoltato in questi anni le testimonianze, le riflessioni di quei bambini degli anni ’90 divenuti nel mentre adulti, che hanno vissuto l’orrore della guerra. No, non li hanno mai perdonati i macellai di Srebrenica; i responsabili degli eccidi e delle fosse comuni. Non li hanno mai perdonati. Sono trascorsi trent’anni ma il dolore, le ferite sono li ancora sanguinanti. Ecco perché quei bambini oggi costretti a fuggire dalla loro terra non perdoneranno mai i russi.
“Circa 4,8 milioni dei 7,5 milioni di bambini ucraini sono stati sfollati dall’inizio della guerra“, lo conferma l’Unicef. Dei 3,2 milioni di bambini che si stima siano rimasti nelle loro case, quasi la metà potrebbe essere a rischio di non avere abbastanza cibo. Gli attacchi alle infrastrutture del sistema idrico e la mancanza di energia elettrica hanno lasciato circa 1,4 milioni di persone senza accesso all’acqua in Ucraina. Altri 4,6 milioni di persone hanno solo un accesso limitato. Sono le considerazioni che invitano a riflettere da parte di Unicef. Lo scorso 10 aprile, inoltre, l‘Ohchr aveva verificato 142 bambini uccisi e 229 feriti in questi oltre 40 giorni di guerra. La guerra tra qualche tempo finirà, è certo. Tuttavia non finiranno gli effetti sociali, economici e purtroppo culturali della guerra. La Russia, i russi dovranno risponderne per i prossimi decenni alla comunità internazionale. Soprattutto i russi saranno sempre considerati dai loro fratelli ucraini gli assassini e macellai che si sono macchiati di atroci delitti. Sarà questo il nuovo fronte ideologico che interesserà la frontiera ad est dell’Europa. Le guerre vanno evitate, non solo per l’orrore e per la morte, ma soprattutto perché da una guerra è davvero difficile, quando non impossibile, uscirne.
La testimonianza di tutto questo, se non basta l’esperienza balcanica, è rintracciabile facilmente nella storia della Germania. Quanto lavoro, quanta rivoluzione culturale e sociale hanno dovuto fare i tedeschi per provare a mettersi alle spalle il nazismo e gli orrori dei nazisti. Tuttavia, nonostante i lustri trascorsi, il cammino è ancora in corso. Le guerre sul campo prima o poi finiscono, certo. Non finisce mai l’odio ed il rancore che da una guerra scaturisce dando vita ad un’altra guerra, quella della mente e delle idee. Inevitabile tutto questo perché la guerra è morte e dolore. I russi dovranno rispondere al mondo d atrocità indicibili. La procuratrice generale dell’Ucraina, Iryna Venediktova, ha confermato che al momento sono oltre “5.800 i casi” di crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina. Naturalmente sconvolge l’anima il massacro a Bucha, vicino a Kiev. “Qui stiamo ancora riesumando cadaveri dalle fosse comuni”, ha affermato la Venediktova precisando che quello che ha constatato sul campo non sono solo “crimini di guerra ma anche contro l’umanità”.
Quanto agli eventuali processi contro gli autori di queste atrocità, tema che si sta discutendo da giorni anche negli Stati Uniti e in Europa, la procuratrice ha dichiarato che l’Ucraina “vuole perseguire questi criminali nel Paese, in tribunale ucraini”. Ma “ovviamente c’è anche il percorso della Corte penale internazionale”, ha aggiunto. Al momento ci sono oltre 500 sospettati, inclusi alti ufficiali militari e alti funzionari russi. Dunque non potranno mai perdonarli i russi, quei bambini che tra qualche anno saranno adulti e vivranno nel ricordo delle atrocità che hanno visto con i loro occhi. Da una guerra, non si esce mai definitivamente.