Macron-Le Pen, battaglia all’ultimo…velo. Marine: è “un’uniforme che ostenta l’avanzata degli islamisti”

15 Apr 2022 11:34 - di Lara Rastellino
Macron Le Pen

Tra Macron e la Le Pen ora è battaglia all’ultimo…velo. E se il Presidente francese uscente difende la legge che proibisce l’uso del velo islamico nelle scuole e nei luoghi pubblici. La sua sfidante ne chiede il divieto tout court nello spazio pubblico. «La laicità è il diritto a credere o a non credere: ma è anche il diritto per i credenti di tutte le religioni di rispettare le leggi della Repubblica», ha affermato Macron, in una intervista a France Info. Marine Le Pen, invece, ha sottolineato la sua intenzione di «porre il divieto alle uniformi islamiche come saranno definite dalla legge». Proprio come «sono vietati in Francia i segni di ideologie totalitarie». pertanto, il no al velo diventa, a detta della candidata di Rassemblement National, «essenziale».

Macron Le Pen, battaglia all’ultimo…velo

Una sottile linea di confine, quella intestata al dibattito francese sul velo islamico, quella che separa i due candidati alle presidenziali d’oltralpe. Finissima: quanto è fine la  distanza che separa i due competitor nel testa a testa elettorale che li vede impegnati al ballottaggio nella corsa con traguardo l’Eliseo. «Ci sono delle persone che, deformando la religione islamica, vogliono uscire dalla Repubblica: non è il caso delle donne che portano il velo. Con me, non ci saranno cambiamenti di politica», ha precisato Macron. Superato a destra dalla leader di RN che sul tema, ha proseguito dicendo di puntare a sanzionare con una «multa» chi lo indosserà. «Verrà inflitta una contravvenzione così come accade per il divieto di circolare senza la cintura di sicurezza. Mi sembra che la polizia riesca molto bene a fare applicare questa misura», ha dichiarato a riguardo la Le Pen a radio Rtl.

 

Velo islamico, Le Pen: «Usato come uniforme, una dimostrazione dell’avanzata degli islamisti»

«È del tutto applicabile ed è ancora una volta una misura che chiedono i francesi. Sono, credo, più dell’85% coloro che non vogliono che venga più indossato il velo in pubblico perché hanno capito che negli ultimi 20 anni questo velo è stato usato dagli islamisti come un’uniforme e come dimostrazione dell’avanzata dell’islamismo». Al contrario, ha aggiunto Le Pen, non sarà più vietata la kippah ebraica. Su cui, nel 2011, la Francia fu il primo Paese europeo a varare la legge (entrata in vigore nell’aprile di quell’anno) che – come spiegava il Tgcom24 nei giorni scorsi – «vietando la “dissimulazione del volto nei luoghi pubblici”, senza menzione esplicita del velo integrale islamico», tuttavia « creava inoltre un nuovo reato: la “dissimulazione forzata del viso”». «Per cui, chi obbliga una donna a coprirsi completamente rischia il carcere e una multa». Dunque, è da qui che riparte la candidata francese in ascesa. Dal vietare anche il semplice velo e multare chi non rispetta il divieto.

Macron-Le Pen alla rincorsa elettorale

Un pragmatismo reale. Una concretezza politica che diventa tangibile, quella espressa da Marine Le Pen, e che va oltre le mere dichiarazioni d’intenti teoriche quanto generiche. Con cui la numero uno di Rassemblement National si rivolge a un Paese di elettori stanco. Deluso. E insofferente alle promesse di un presidente alla sua seconda prova elettorale. Che il titolare dell’Eliseo ha affrontato tardi e in maniera poco convincente. Relegando il dibattito politico in secondo piano rispetto all’emergenza Covid. Prima di essere travolto e dominato dalla guerra in Ucraina. Un terreno che ora Macron prova a recuperare in corsa, declinandosi sulla stessa lunghezza d’onda della sua rivale.

L’appello di Zemmour

E con il candidato di destra Eric Zemmour, che nell’appello ai suoi elettori a votare Le Pen ha sottolineato: «Penso alla Francia prima di tutto. Ho dei disaccordi con Marine Le Pen, ma fronteggia un uomo che ha fatto entrare due milioni di immigrati, un uomo che non ha mai detto una parola di identità e di sicurezza durante la campagna e che farà di peggio se sarà rieletto». Più chiaro di così.

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