Stangata anche sui commercianti: multe doppie già dal 30 giugno a chi non usa il Pos
Si va verso una riunione del Consiglio dei ministri per questo pomeriggio alle 17. Sul tavolo dovrebbe esserci -il condizionale in queste ore è d’obbligo- anche il cosiddetto decreto Pnrr 2, con misure per snellire alcune procedure legate alla messa a terra del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e mettere in salvo il ‘tesoretto’ di 191,5 miliardi dote del Next Generation Eu.
Tra le norme attese, anche le cosiddette misure ‘anti-evasione’, tra le quali svettano multe per l’obbligo del Pos, il dispositivo elettronico che consente di utilizzare le carte. L’obbligo per esercenti e professionisti in realtà esiste dal 2014, ma non la multa. Che dovrebbe diventare realtà dal 1 gennaio 2023 -come deciso dal Parlamento col primo decreto Pnrr approvato lo scorso dicembre- una data che potrebbe tuttavia essere anticipata al prossimo 30 giugno se il governo dovesse -già oggi- approvare una norma in questa direzione. Non risulta al momento confermata la conferenza stampa del premier Mario Draghi, che potrebbe essere indetta subito dopo il Cdm.
Le multe doppie e l’obbligo del Pos da giugno
Nella bozza, all’articolo 15, infatti, al provvedimento “in materia di sanzioni per mancata accettazione dei pagamenti elettronici, le parole ‘dal 1° gennaio 2023’ sono sostituite dalle seguenti: ‘dal 30 giugno 2022’”. Per diffondere i pagamenti elettronici contro l’uso della moneta contante, dunque, si interviene con multe sull’utilizzo del Pos anche con multe salate per chi non accetta i pagamenti con bancomat e carta di credit con doppie sanzioni (30 euro più il 4% del valore della transazione) a carico di chi non accetta i pagamenti con moneta elettronica.
I commercianti, ovviamente, non ci stanno. «La diffusione dei pagamenti elettronici — dice una nota di Confcommercio— va perseguita mettendo in campo scelte decise di abbattimento delle commissioni e dei costi a carico di consumatori ed imprese — a partire dal potenziamento dello strumento del credito d’imposta sulle commissioni pagate dall’esercente — e prevedendo la gratuità dei cosiddetti micropagamenti. Puntare asimmetricamente sulle sanzioni non giova ai processi di modernizzazione del sistema dei pagamenti».