“Notte metropolitana”, la nuova, suggestiva, raccolta di poesie di Massimo Pedroni
(…) E si fatica. Tanto. Tantissimo.
Per capire dov’è il nostro posto.
Quello Vero.
Nel giorno o nella notte.
(Massimo Pedroni)
La notte è l’orizzonte della nostra solitudine. Vi è una parte di noi, indomabile e inafferrabile come l’oscurità, che ci parla e guida in profondità la nostra esistenza. La notte di Massimo Pedroni ci avvolge e ci turba in questa nuova raccolta di liriche dove l’autore si conferma poeta al massimo grado. La “Notte metropolitana” (Capire edizioni,2021) ci illumina di senso in un’atmosfera densa di visioni, turbamenti, deliri, disperazioni, squarci di verità che la luce del giorno deforma.
E’ il buio che ci rende lucidi, suggerisce il poeta in un “canzoniere” di illuminazioni notturne. E’ l’ossimoro di una condizione umana che l’autore svela senza infingimenti. La luce inganna, ci imprigiona in un “dover essere”. La notte rimette in ordine il disordine esistenziale, ci fa riappropriare di brandelli di sé, soffocati dagli abbagli del quotidiano. Massimo Pedroni è poeta di squisita sensibilità: le sue poesie di forte impatto emotivo, hanno un ritmo incalzante, interrogano e ci interrogano, costituiscono un filo invisibile che unisce “il popolo della notte”, coloro in grado di reggere all’urto di una vita “in solitaria”.
Grazie a una lingua asciutta ma carica di senso, chiara e diretta, immaginifica, Pedrone suggerisce immagini, descrive uomini e cose sullo sfondo di una metropoli inquieta. Parla a tutte le sensibilità che avvertano “la medesima fame di vita e di cielo”, come scrive in un felice passaggio Davide Rondoni che ha curato la raccolta. Tutte le persone intente alle proprie preoccupazioni quotidiane possono ritrovarsi in sintonia in questo orizzonte di più vasta apertura che l’autore indica.
Nella notte esistenziale ci si perde, ci si danna e si risorge.
(…)E si nasce ancora…e ancora.
Senza sosta.
Nuovi.
Affamati di stupore.
Sbocconcellando spicchi di verità.
Piccoli. Minuti.
Di verità.
Indomabile è la notte con le sue “epifanie, melanconie, incognite. “Luna park delle angosce”. Ma “Un bel dì vedremo. Anche noi vedremo”. E’ la magia della poesia che sempre genera uno choc, una sorpresa che ci permette di essere presenti a noi stessi. Ed essere presenti rivela che fuori di noi c’è un Altrove. La poesia da sempre ha a che fare con un Altrove che ci cambia, con il quale possiamo entrare in dialettica, crescere e capire il senso più profondo del nostro essere. Senza esserne travolti. Come nel tunnel di una metropolitana con la sua umanità dolente, nei cunicoli di un’esistenza sotterranea. “Dal sottosuolo in su, fino alle rampe del cielo. Ovviamente”. Nella seconda parte della raccolta dal titolo, appunto, “Matropolitana”, Pedrone riesce a farci udire suoni, a vedere ombre indistinte che vagano nei tunnel in cerca di un senso: un’umanità frettolosa che vaga in direzioni opposte verso un capolinea individuale indecifrabile. Uomini, donne, cose, oggetti che l’autore accarezza con la tenerezza di una felice intuizione poetica. In un mondo sostanzialmente “impoetico”, Pedrone gioca la sua scommessa, vincente ancora una volta.
La notte.
Eppure se ne esce.
Perché…se ne esce…
Con le ossa scrocchianti
Gli impegni pressanti.
E si nasce ancora…e ancora.
Senza sosta.
Nuovi. Affamati di stupore.
Sbocconcellando spicchi di verità.
Piccoli. Minuti.
Di verità.