Onu: la Russia sospesa dal Consiglio per i Diritti umani. Ma questa volta la Cina vota contro
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato oggi una risoluzione che sospende la Russia dal Consiglio dell’Onu per i Diritti umani in ragione dell’offensiva militare in corso in Ucraina. A votare in favore del documento, presentato dagli Stati Uniti, 93 Paesi. Ventiquattro invece i contrari e 58 gli astenuti. Come sottolinea l’emittente Al Jazeera, l’esito del voto avrebbe evidenziato un fronte contrario a Mosca meno ampio rispetto ad alcune settimane fa. É la seconda volta che l’Assemblea generale Onu sospende uno Stato membro dal Consiglio per i diritti Umani. La prima volta fu nel 2011 contro la Libia, allora governata da Muammar Gheddafi.
Con 93 “sì”, 24 “no” e 58 gli astenuti
Nel dibattito che ha preceduto il voto, il rappresentante cinese Zhang Jun ha censurato «la politicizzazione» dei diritti umani. «Ci opponiamo ai doppi standard e ci opponiamo – ha spiegato – a esercitare pressioni su altri Paesi in nome dei diritti umani». Jun ha quindi criticato l’iniziativa dell’Assemblea generale poiché «costringe i Paesi a scegliere da che parte stare, aggravando così le divisioni tra gli Stati membri». Oltre alla Cina, tra i contrari ci sono Siria, Corea del nord, Iran, Cuba, Kazakistan, Bielorussia, Bolivia, Congo, Algeria, Eritrea, Etiopia, Mali, Nicaragua, Burundi, Centrafrica, Gabon, Lao, Kyrgyzstan, Tajikistan, Uzbekistan, Vietnam e Zimbabwe.
Il ministro degli Esteri ucraino: «Grazie Onu»
Tanti i Paesi africani tra i 58 astenuti: spiccano Sudafrica, Egitto e Senegal. A questi, da altri continenti si aggiungono Pakistan, Brasile, Messico, India, Iraq e Giordania. Molti degli astenuti hanno hanno giudicato «intempestiva» la decisione di sospendere la Russia prima che la commissione di inchiesta Onu concluda i propri lavori. Tra i Paesi che non hanno proprio votato c’è invece il Venezuela, che pure aveva annunciato il suo no. «Gratitudine» agli Stati che, sospendendo la Russia dal Consiglio per i Diritti umani, «hanno scelto di stare dalla parte giusta della Storia» è stata espressa dal ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. «I criminali – ha detto – non hanno posto nelle istituzioni dell’Onu che mirano a far rispettare i diritti umani».