Paradosso Sicilia: tutte le speranze della sinistra sono nel centrodestra (diviso)
Guardiamola di rovescio. Inutile sezionare ancora il centrodestra siciliano: le sue divisioni, le sue pazzie, la sua pulsione autolesionista. Sappiamo tutto o quasi. Anche nomi e cognomi, uno su tutti: Gianfranco Miccichè, politico rovinoso (e rovinato). Ma il neo-centrosinistra – Pd, M5S et alii – che cavolo fa? Che rendiconto può presentare di cinque anni di opposizione in Sicilia? Vicino allo zero, diciamo la verità. Non ha costruito niente. Ha perso pezzi importanti: vedasi i deputati ex grillini di Attiva Sicilia; e la transumanza di onorevoli “italovivaisti”. Altro che campo largo. Non ha espresso cultura di governo, neppure in momenti tragici e inediti come la pandemia. Ha giocato a scassare.
Sicilia, cosa ha fatto il centrosinistra
Ha scommesso sulla vecchia tavola del tanto peggio, tanto meglio: avrebbe voluto persino che morissero più siciliani, pur di accusare il governo del Nemico Musumeci. Che insopportabilmente per loro e fortunatamente per noi tutti, ha affrontato questa sciagura storica molto bene; di sicuro meglio di tante altre aree del Paese, a partire dalle Regioni “loro”. L’opposizione ha fatto soltanto la parte di portatore d’acqua ai giochi di palazzo del presidente dell’Ars, sfiorando il ridicolo: la legge blocca-nomine, congela e proroga i vertici di enti e aziende sanitarie scelti dal governo di cui sarebbero contestatori. Roba lunare.
L’alleanza Pd-M5S non ha possibilità di vincere
Un pessimo bilancio, quindi, condito di cadute di stile, quale quella di Claudio Fava che si candida a Palazzo d’Orleans, ma si tiene stretta la poltrona di presidente dell’Antimafia: Musumeci si candidò e lasciò. La prova di questa défaillance di ruolo politico é un dato: oggi l’alleanza Pd-M5S non ha alcuna possibilità di vincere contro il governatore in carica e un centrodestra unito. Non ha saputo neppure formare sui propri banchi una credibile candidatura alternativa a Musumeci; il quale é primo in tutti i sondaggi, inarrivabile: perché ha governato bene. Glielo riconoscono i siciliani.
Il paradosso Sicilia
L’unica speranza del neo-centrosinistra sta… nel centrodestra: che si divida e non ricandidi l’attuale governatore. Punta non su proprie idee, risorse, personalità, ma sull’errore fatale dell’avversario. É un’ammissione di incapacità politica: sperano nel regalo del centrodestra. Solo in quello. E in un suo atto estremo, di follia suicida. É il paradosso-Sicilia. Ma hanno ragione; ci sperano, perché uno – Gianfranco Miccichè – ha perso la testa: vuole fare vincere i perdenti. Non si può consentirlo.
Una volta che avete un cavallo vincente bravo signore, dovete per forza dividervi Miccichè sarebbe da buttare fuori sono anni che da noia aumenta stipendi a gò-gò. Non so a che serva, e cercate di andare d’accordo perfavore non rovinate tutto, come al solito.