Partito unico Salvini-Berlusconi, Osvaldo Napoli: voci insistenti. Non si vedono solo per parlare di catasto…
Osvaldo Napoli non ci vede chiaro. Ed è solo l’ultimo di una lunga serie di persone che le voci su un nuovo partito Salvini-Berlusconi non siano poi così destituite di fondamento. Tanto che oggi, in una nota, l’ex parlamentare azzurro ora deputato di Azione, mette nero su bianco dubbi e recriminazioni, e scrive: «La revisione del catasto è una questione rilevante sul piano sociale e sul piano politico. Ma pensare che Berlusconi abbia organizzato tre incontri con Salvini per parlare solo del catasto sembra francamente surreale. Più probabile, e più vicino alla realtà, che i due leader si sono incontrati per parlare delle procedure e dei modi per dar vita a un nuovo partito. Cioè al partito unico della destra al governo. È la preoccupazione – aggiunge Napoli – che affiora nei discorsi e nel mormorio in Parlamento di alcuni esponenti di Forza Italia».
Partito unico Salvini-Berlusconi: le voci si fanno insistenti
«Queste voci – sottolinea l’ex parlamentare azzurro – sono ancora più insistenti perché mai in nessuno degli incontri è stata invitata Giorgia Meloni, cioè la leader del partito più forte nel centrodestra, almeno nei sondaggi. Certo, rimane da capire come, e soprattutto se, reagiranno le esigue presenze moderate rimaste in Forza Italia. Sicuro è invece che del centrodestra unito – sostiene Osvaldo Napoli – guardando anche a quello che accade per le candidature alle prossime amministrative, rimane soltanto un ricordo pallido e sbiadito»… Dubbi, ipotesi, annunci e smentite, che oggi la nota dell’ex deputato forzista assembla alla luce di quanto accaduto e sostenuto fin qui. A partire dal famoso invito al “non matrimonio” del Cav ai cui segreti fasti è stato ammesso in esclusiva “l’amico Matteo”…
I dubbi di Osvaldo Napoli e quell’invito al non matrimonio del Cav che…
Dunque, in principio fu l’invito che Silvio Berlusconi ha rivolto a Matteo Salvini Salvini a partecipare al non matrimonio con Marta Fascina. Un invito che ha fatto rumore. Una nota degna non solo di rilievo gossip, ma segno di una promozione sul campo del leader leghista nella ristretta cerchia degli amici più vicini del Cav. Un salto di qualità nei rapporti tra Lega e Forza Italia nel solco di un cammino indirizzato, si è detto nei mesi scorsi, e si mormora ancor di più oggi, nel solco del rilancio di un asse del Nord e del centrodestra di governo. Un attestato di vicinanza che il padre nobile di FI ha tributato all’amico Matteo, con una definizione che sembra stigmatizzare un patto tra i due: «È il politico più coerente – ha dichiarato nelle scorse settimane Berlusconi su Salvini – il più trasparente e affidabile».
A Palermo prove tecniche di partito unico Salvini-Berlusconi
Ebbene oggi, quell’endorsement neanche troppo tra le righe. E forse ancor di più, i consensi che Fdi continua a mietere progressivamente, impensieriscono Salvini e fanno storcere il naso a Forza Italia. Oltre che insospettire la politica e incuriosire i media. Dubbi che il “caso Sicilia”, con le prove di alleanza a Palermo per un listone unico tra Carroccio e azzurri, non fanno che alimentare e confermare. Del resto, come scriveva appena due giorni fa il Sole 24 ore, la scelta di Lega e Forza Italia in chiave anti-Meloni di indicare l’azzurro Ciccio Cascio candidato sindaco di Palermo, non solo non è un episodio isolato.
Il caso Sicilia: un dato da leggere in chiave nazionale?
Ma, casomai, si apre a una lettura – e a un’interpretazione – in chiave nazionale. Insomma, già a Palermo, in ballo non c’è solo la guida del capoluogo siciliano. E neppure quella assai più ambita della Regione, oggi capitanata da Nello Musumeci, che la leader di Fdi ha già indicato per la riconferma. Il fulcro della questione è, insomma, l’esplosione di consensi nei confronti di Giorgia Meloni, che potrebbe aver convinto i suoi alleati a fare fronte comune per tentare di rallentare la sua corsa. A Palermo come a Roma. Si sa, a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca. E in questo caso a pensar male cominciano ad essere in molti. E da più fronti…
anche se fanno un partito unico non raggiungono la percentuale di voti che prendera’ FdI da sola
In politica 2+2 non fa mai 4 perche’ quel che fa la differenza non e’ l’aritmetica ma la coerenza
E poi tutto questo per non veder governare una donna…..dovranno piegare la testa!