Pigi Battista “bastona”i compagni “putiniani”: “La sinistra ha una matrice comunista non smaltita”
Un “monumentale” Pierluigi Battista, scrittore ed ed editorialista in una belle intervista al Giornale, mette a nudo la natura della sinistra “putiniana”. Lo fa con chiarezza, senza nascondersi dietro le parole, senza perifrasi. «Questa è una sinistra con una matrice comunista non smaltita. Una sinistra in cui si mescolano nostalgie dell’Urss, pulsioni antiamericane, vecchi e patetici slogan contro la Nato, incomprensione della natura totalitaria di un regime come quello di Putin; cliché culturali che sono sempre gli stessi da decenni ed un infinito rimpianto del muro di Berlino». Un incipit al fulmicotone.
Pierluigi (Pigi) Battista: la sinistra tra nostalgie dell’Urss e slogan patetici
E quando Francesco Boezi gli chiede se si tratti di una “nostalgia del’900”, taglia corto: “No, macché ‘900. Non procediamo per slogan. È nostalgia del comunismo” forte e chiara. Non siamo generici, è l’invito di “Pigi” Battista: “Perché nel ‘900 c’è stato anche Winston Churchill, che andava benissimo. Quella è una parte che ragiona come se il muro di Berlino non fosse mai crollato. Un pezzo di mondo che ha anche molta insensibilità verso la sorte dei dissidenti, com’ è sempre accaduto”.
“Nessuno si fida più dell’Occidente”
Durissimo ritratto che non fa un grinza. Battista è maestro nel mettere in chiaro le contraddizioni macroscopiche del nostro tempo. Tipo le frange no vax he simpatizzano per Putin, ma poi non si scandalizzano delle recenti misure restrittive cinesi sul Covid. «Sì – risponde- sono libertari da una parte ed autoritari dall’altra. Le immagini che provengono da Shanghai sono inconcepibili. Quello però è il mondo che sta venendo fuori e che sarà egemone nel prossimo secolo: un asse russo-cinese, che è un sistema di illibertà che calpesta i valori dell’Occidente, quindi la dignità e la libertà degli individui. Quando Biden si ritira dall’Afghanistan e lo lascia ai talebani, lancia al messaggio un mondo: fate quello che volete».
Sulla debolezza a cui Biden ha ridotto l’Occidente Battista è molto chiaro: ribadisce da che parte sta, ma la critica è feroce: meglio tenersi Biden così com’è in questo frangente di guerra. “Io sto con gli Stati Uniti d’America ed i valori dell’Occidente: stelle e strisce- scandisce nell’intervista- . Poi i presidenti si possono criticare, per carità”. E la critica è feroce: abbandonare l’Afghanistan è stato letale: “Putin non avrebbe invaso l’Ucraina se non avesse percepito un ritiro dell’Occidente- analizza lo scrittore ed editorialista – . L’asse russo-cinese, al di là dei fatti dell’Ucraina, sta spostando l’equilibrio psicologico mondiale: nessuno si fida più dell’Occidente. Basta citare l’abbandono dei curdi e quello dei gruppi che in Afghanistan hanno combattuto contro i talebani. Al mondo non conviene stare con noi: conviene stare con i potenti autocrati, che poi sono i russo-cinesi». Un guaio di proporzioni mondiale quello innescato dal presidente Biden.
“In Francia voterei Macron. Ma basta votare ‘il meno peggio’…”
Anche su altri passaggi internazionali Battista è chiaro: riguardo alle elezioni francesi, risponde convintamente che tra Emmanuel Macron contro Marine Le Penlui voterebbe il primo. Ma esprime tutto il disagio intellettuale di fronte all’ennesimo dilemma poco edificante; di un Occidente che da anni si trincera dietro il “votiamo il meno peggio”: “Bisognerebbe votare per avere il meglio”. I Paesi dell’Occidente hanno abdicato al loro ruolo attrattivo. “Il nostro era un mondo migliore. Tutto questo non esiste più. Non ci si può più permettere di dire: “Votate me perché sennò arriva il mostro”.