“Putin? Per la storia sarà l’utile idiota di Usa e Cina. Berlusconi aveva capito tutto”: l’analisi dello studioso
“Putin? Farà la figura dell’utile idiota di Stati Uniti e Cina”. Così lo storico Giovanni De Luna, docente di Storia contemporanea all’Università di Torino, parla della guerra in Ucraina in un’intervista su Repubblica. Il leader russo “non so quanto consapevolmente, ha rinunciato ad ogni possibilità di dialogo con l’Europa; seminando odio e riprovazione”.
De Luna: “I calcoli sbagliati di Putin: utile idiota…”
Lo storico risponde così ai molti interrogativi sulle origini dell’invasione in Ucraina, sulle prospettive e sul dibattito a sinistra. Ritiene che le ragioni che hanno portato Putin ad invadere con i carri armati uno stato sovrano non sia stato l’allargamento della Nato a Est. «La trovo una scusa, una montatura: la Nato è una tigre di carta, pensi ad esempio alla Turchia che ne fa parte ma con ampissima libertà. Quanto agli Stati Uniti, guidati da un presidente debole come Joe Biden, finora hanno tutto da guadagnare e nulla da perdere da questo conflitto. A logorarsi sono i partner europei, oltre ovviamente alla Russia». Le origini dell’attacco russo secondo De Luna sono – come spesso si è analizzato- la ripresa di un disegno imperialistico e soprattutto mostrare i muscoli di fronte al mondo: ” il tentativo di attribuirsi un ruolo di forza in uno schema multipolare. Un calcolo che si sta rivelando sbagliato». Ma gli sta andando molto male.
“Berlusconi aveva capito bene come trattare lo ‘zar”
Di fronte alla storia – è convinzione dello storico- Putin giocherà il ruolo “dell‘ utile idiota di Stati Uniti e Cina, le quali stanno assistendo a queste convulsioni dalla finestra”. E qui parte un’ammissione rilevante: “Forse Silvio Berlusconi, tra tanti errori, aveva capito bene che “il mio amico Putin” doveva avvicinarsi all’Europa e creare con essa una forza indipendente. Una volta tramontata la possibilità dell’allineamento, le scelte di Putin hanno favorito il ritorno a uno schema mondiale bipolare». Già. Ancora riflette: «Quel che sta succedendo in Ucraina è post novecentesco: c’è un groviglio che sfugge alle normali categorie: si pensi ai battaglioni e ai mercenari al servizio accanto agli eserciti regolari. È una guerra quasi privatizzata, quando prima era statuale”. Il ruolo dell’informazione è duplice: “siamo sommersi di informazioni: a me colpisce il fatto che il risultato è rendere familiare la morte, arriva a casa nostra come il gas, la luce elettrica, l’acqua. Invece dell’indignazione questo favorisce l’assuefazione”.