Regeni, l’Egitto non collabora, rinviato il processo degli 007. La famiglia: “Draghi si faccia sentire”
L’Egitto si mette di traverso nella ricerca della verità della morte di Giulio Regeni. Il procedimento a carico di quattro 007 egiziani accusati di avere torturato e ucciso il ricercatore italiano è stato sospeso. La ha disposto il gup di Roma. Dopo le comunicazioni arrivate dal ministero della Giustizia sul rifiuto delle autorità egiziane a una collaborazione con l’Italia. Secondo il giudice è un dato di fatto. Il rifiuto dell’Egitto è evidente. Esono pretestuose le argomentazioni della Procura generale del Cairo.
Regeni, rinviato il processo degli 007
Il giudice ha disposto nuove ricerche degli imputati affidate al Ros. E ha rinviato il processo al prossimo 10 ottobre. In quell’occasione verrà sentito anche il capo dipartimento giustizia del ministero Nicola Russo. Indignata la famiglia di Regeni. “Prendiamo atto dei tentativi falliti del ministero della Giustizia di ottenere concreta collaborazione da parte dell’Egitto. E siamo amareggiati e indignati dalla risposta della procura del regime di al Sisi. Che continua a farsi beffe delle nostre istituzioni. E del nostro sistema di diritto”. Così Alessandra Ballerini, legale della famiglia di Giulio Regeni. “Chiediamo che il presidente Draghi pretenda, senza se e senza ma, l’elezione di domicilio dei 4 imputati. E ci consenta lo svolgimento del processo. Per ottenere giustizia riguardo, il sequestro le torture e l’omicidio di Giulio“.
La difesa dell’italiano: ora Draghi si faccia sentire
“La lesione della tutela della vita, della libertà e dell’integrità dei cittadini all’estero, come la presidenza del Consiglio ricorda nel suo atto di costituzione di parte civile, costituisce grave pregiudizio dell’immagine dello Stato italiano. Nella sua funzione di protezione dei propri cittadini. Quindi – ha aggiunto l’avvocato – visto il conclamato ostruzionismo, egiziano pretendiamo da parte del nostro governo la necessaria, tempestiva e proporzionata reazione”. Stare inermi ora, permettere al regime di al Sisi di bloccare questo processo faticosamente istruito, consentirebbe l’impunità degli assassini di Giulio”, dice Balleri. “Ed equivarrebbe ad essere loro complici. Il nostro governo ha il dovere invece di esigere energicamente giustizia. Il governo alzi la voce e la faccia sentire. Pretendendo l’elezione di domicilio di questi 4 imputati. Sappiamo chi sono e dove lavorano. Bisogna permettere a questo processo di andare avanti. Oggi è stata un’ennesima presa in giro. Per tutti noi per tutti voi. Nessuno di noi è più al sicuro all’estero”.