“Report”, Ranucci se la cava solo con un “richiamo”. Gasparri: “Chi minaccia non può andare in onda”
Caso Report. L’istruttoria dell’audit interno della Rai su Sigfrido Ranucci si è concluso in quattro e quattr’otto dopo le polemiche sollevate nei giorni scorsi per il suo ritorno alla conduzione lunedì prossimo; senza che i gravi rilievi mossi al consduttore fossero stati chiariti. Detto e fatto. Viale Mazzini si è affrettata a concludere in tempi brevi proprio alla vigilia del rientro del conduttore, l’istruttoria. Le accuse erano pesanti: dagli sms intimidatori inviati dal conduttore ai membri della Commissione di Vigilanza Rai Andrea Ruggieri e Davide Faraone; ai video pubblicati dal Riformista, relativi a un tentato acquisto di presunto materiale scottante su Tosi. Risultato: “Con riferimento alle asserite acquisizioni di filmati con pagamenti irregolari e all’attività di dossieraggio; dopo una attenta e puntuale disanima riferita agli anni 2013-2021, la segnalazione non ha trovato alcun riscontro”, spiega la nota diffusa dalla Rai al termina dell’indagine interna. Poi prosegue:
Ranucci se la cava con un “formale richiamo”
“Quanto al contenuto dei messaggi scambiati con componenti la Commissione parlamentare per l’Indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, l’Azienda, alla luce dell’accertata violazione del Codice Etico e valutate le circostanze, ha proceduto al formale richiamo del Dottor Ranucci all’osservanza dei principi etici e di comportamento aziendali; nonché dei doveri deontologici cui sono tenuti i giornalisti del servizio pubblico”. E’ quanto si legge nella nota della Rai in merito all’Internal Audit sul caso Ranucci. “Sono orgoglioso di come è stato fatto il lavoro di analisi della contabilità di Report”, esclama Ranucci. Che fa il fenomeno. “L’audit della dottoressa Gandini e dell’Anticorruzione è stato rigorosissimo. Sono andati a vedere 10 anni di storia di Report e hanno trovato tutti i conti in ordine”. Eppure le parole hanno un senso perché l’istruttoria si è conclusa anche con un richiamo al rispetto del codice etico per il giornalista e agli obblighi deontologici. Che è tanta roba.
Gasparri: In quale Paese civile chi bastona gli avversari resta alla conduzione?
Arriva la nota di Forza Italia. “La Rai, pur non stigmatizzando il discutibile ‘metodo Ranucci’ fatto di bastonate agli ‘avversari’, di materiale reperito da archivi di discutibile origine, prassi poco trasparenti nelle spese per servizi e filmati, almeno censura e richiama il conduttore per le gravissime violazioni da lui commesse, con inaccettabili messaggi aggressivi nei confronti di un membro della vigilanza”. Lo dichiarano i parlamentari di Forza Italia Alessandra Gallone, Maurizio Gasparri e Patrizia Marrocco, membri della commissione di Vigilanza Rai. Ma rilevano: “In quale azienda pubblica di quale nazione civile – domandano – un dipendente conduttore che -come accertato dalla stessa Rai- minaccia ed esprime pregiudizio politico, resta in onda alla guida dì un programma di informazione che dovrebbe essere professionale e imparziale? Poi però si chiedono risorse in vigilanza o si attenta ai beni dell’azienda, come Raiway, con operazioni che comunque passeranno al vaglio della vigilanza”.
Iv: Con quale credibilità condurrà Report?
Sconcerto anche dalle parti di Italia Viva: “Persino la Rai, dopo un lungo silenzio, riconosce che Ranucci ha violato il codice etico e deontologico dell’azienda. Delle minacce ai parlamentari risponderà in sede civile. Ma con quale credibilità Ranucci ora condurrà Report? Come può continuare come se niente fosse successo?”. Lo scrive su Twitter Luciano Nobili