Retroscena, Draghi e Lega-FI divisi dal catasto. Il premier: «La riforma non sarà stralciata»
Vede il bicchiere mezzo pieno il cosiddetto centrodestra di governo, dopo il vertice con il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi. Spinti dal vento dell’ottimismo, sbandierato da Matteo Salvini martedì sera a Porta a Porta («i problemi si risolvono, non è tempo per crisi di governo»), Lega, FI e centristi fanno sapere che con Draghi «è andata bene». In realtà, c’è da considerare la metà vuota del bicchiere. Al netto infatti delle questioni riguardanti la giustizia – tema scottante ma significativamente tenuto fuori (per ora) dalla trattativa -, a pesare è soprattutto la riforma del catasto. L’insidia denunciata da Lega e Forza Italia, oltre che dall’opposizione di Fratelli d’Italia, si annida proprio lì.
Il pericolo di nuove tasse sulla casa è reale
Perché è dal nuovo accostamento degli immobili che potrebbero arrivare le “nuove tasse” che a parole tutti – a cominciare da Draghi – dicono di non volere, ma che potrebbero discendere in automatico dal ricalcolo delle nuove rendite immobiliari. Il pericolo è concreto. E questo spiega perché Salvini e Tajani abbiano momentaneamente rimosso il tema defilandosi lungo la scorciatoia di un ottimismo un po’ forzato. Tanto più che, stando ai retroscena rimbalzati nelle redazioni dei giornali, Draghi oggi avrebbe ribadito agli interlocutori la sua più netta contrarietà a rinvii di sorta. L’avrebbe detto chiaro e tondo: «Sul catasto non si prevede alcuno stralcio».
Una fonte: «A Draghi non abbiamo chiesto alcun rinvio»
Ma è una ricostruzione nettamente smentita all’Adnkronos da uno dei partecipanti all’incontro. «Il premier – sostiene – non ha mai detto che non ci sarà lo stralcio, noi non glielo abbiamo poi neanche chiesto. Si tratta solo di modifiche al testo». Sarà. Tutto sta a capire quanto peseranno tali «modifiche» rispetto agli obiettivi chiesti da Bruxelles come contropartita per i fondi del Pnrr . La fonte anonima dell’Adnkronos ha aggiunto che il loro scopo è «evitare ambiguità» e «garantire che non ci siano nuove tasse sulla casa». Ma forse è proprio questo quel che Draghi non può permettersi.