Sgarbi, bordata a Draghi: “Ma di quale pace parli? Questa guerra minaccia di non finire”

12 Apr 2022 13:17 - di Federica Argento
Sgarbi Draghi

Sempre fuori dal coro, in controtendenza, Vittorio Sgarbi ospite in collegamento con Nicola Porro Quarta Repubblica, si è esibito in una tirata d’orecchie al premier Draghi. Nella puntata in onda su Rete 4 l’ 11 aprile, al centro del dibattito c’erano ancora le dichiarazioni di Mario Draghi di qualche giorno prima: quella frase “volete la pace o il condizionatore acceso” che tanto ha fatto discutere. Molto enfatizzata, ma anche molto criticata. Da Caracciolo a Cacciari per citare figure non politiche. Il critico d’arte ci torna sopra, non tanto per ridicolizzare la metafora del condizionatore acceso; quanto per dare una legnata al premier sul concetto di pace in questo contesto che si sta prifilando giorno dopo giorno.

Sgarbi a Draghi: “La pace è eventuale e remota. Cosa dici?”

La frase lapidaria non ha senso secondo il parere di Sgarbi, non tanto per il parallelismo con il condizionatore quanto, piuttosto, per l’effettiva possibilità di conseguire la pace. Di quale pace parla? Non c’è in vista qualcosa che possa prefigurare questo approdo, è il ragionamento del critico. Anzi, analisti e generali ammettono che la guerra tra Russia e Ucraina durerà ancora a lungo. Per cui Sgarbi riflette:  “La pace di cui parla Mario Draghi – spiega il critico – è una pace eventuale e remota. Dunque proprio non si capisce di che pace parla. Questa guerra minaccia di non finire“, profetizza anche lui. Del resto, i negoziati tra le delegazioni dei due paesi sono a un punto morto. Gli esperti ritengono che potranno riprendere solo dopo che sarà definita la situazione nel Donbass.

Sgarbi, la bordata a Draghi

Il che è ancora un’eventualità, uno scenario tutto da definire. La frase lapidaria e un po’ azzardata pronunciata da Draghi, non ha ragion d’essere.  Una tirata d’orecchie al presidente del Consiglio, che di questi tempi sembra un po’ sfasato. Poi Sgarbi attenua i toni e si mostra concorde sulle mosse in Algeria del premier: paese a cui si è rivolto per l’approvvigionamento di gas in vista dell’addio alle forniture russe: “Siamo in stato d’emergenza, allora ordinino di prendere il gas dove c’è”, taglia corto Sgarbi.

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