Superbonus, Partitalia al governo: «Sbloccare subito i crediti o migliaia di aziende chiuderanno»

27 Apr 2022 16:39 - di Redazione
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Il risultato di farsi ascoltare dal ministero dell’Economia lo hanno ottenuto. E ora le partite Iva che si ritrovano in Partitalia e che oggi hanno manifestato a Roma, chiedendo di «sbloccare il superbonus», sono pronte per il secondo passaggio: smuovere il parlamento. Perché è lì, sulle Camere, che il Mef, incontrando una delegazione di manifestanti, ha rimpallato le responsabilità di una situazione che sta mettendo in ginocchio migliaia di aziende (e i loro lavoratori), nonostante, come sottolineato dal vicepresidente di Partitalia Michel Fabrizio, si ritrovino con «milioni di euro nel cassetto fiscale».

Le richieste di Partitalia al governo

«Il tema non è più rinviabile», ha chiarito Fabrizio, ricordando che «migliaia di aziende sono state letteralmente abbandonate dallo Stato e, pur ritrovandosi milioni di euro nel cassetto fiscale, sono state costrette a licenziare i propri dipendenti per l’impossibilità di incassare i crediti». «Dobbiamo impedire una profonda crisi economica», ha aggiunto, chiarendo che Partitalia ha «una piattaforma di richieste da presentare al governo». Oltre allo sblocco del superbonus, sono: la cessione multipla e il frazionamento dei crediti; la possibilità per gli enti qualificati di cedere i crediti fiscali ai privati; lo sblocco, in quanto pubbliche, di Cassa Depositi e Prestiti e Poste Italiane, nonché la differenziazione delle truffe dai possibili errori tecnici, con la depenalizzazione di questi ultimi.

L’incontro tra le partite Iva e il Mef

«Il Mef attende che gli organizzatori della manifestazione indichino i punti di riferimento incaricati dai capigruppo dei partiti, per poter fare un tavolo comune e decidere quali sono gli emendamenti da portare», ha quindi spiegato Fabrizio dopo che il sottosegretario, Federico Freni, ha ricevuto la delegazione composta, tra gli altri, anche da uno dei fondatori della Class action nazionale dell’Edilizia, Norbert Toth, e dal presidente di Faci, Massimo D’Onofrio. «Il grosso problema che continua a dire di avere Mef è quello delle frodi, ma non c’è una strategia chiara per fronteggiarle senza soffocare le imprese», ha riferito Fabrizio, mentre sia Toth sia D’Onofrio hanno sottolineato come ad oggi siano le imprese oneste a ritrovarsi, se non “truffate”, per lo meno tradite dalle istituzioni.

Così sul superbonus lo Stato ha tradito le aziende

«Hanno creduto nello Stato, investito le loro risorse, assunto personale, realizzato lavori, preso debiti e assunto impegni con i condomini, e sono stati traditi dallo Stato perché adesso c’è un paradosso: queste imprese hanno centinaia di migliaia di euro di crediti e rischiano di fallire», ha spiegato D’Onofrio. «Purtroppo le imprese – ha chiarito Toth – non riescono più a monetizzare i crediti perché le banche, dopo gli ultimi decreti, hanno completamente paralizzato il flusso delle cessioni». Il governo, ha quindi aggiunto il promotore della Class action nazionale dell’Edilizia, «deve convocare e comunicare con gli amministratori delegati degli istituti finanziari altrimenti non se ne esce».

Partitalia chiede un segnale al Parlamento

Fra i problemi lamentati dal sottosegretario Freni e riferiti da Fabrizio c’è però anche il fatto che «non c’è un posizione convergente dei partiti che hanno partecipato alla manifestazione». Dunque, ha chiarito il vicepresidente di Partitalia, «c’è bisogno di un segnale convergente del parlamento, per sbloccare la situazione del superbonus». Serve, ha aggiunto, «un coordinamento di tutte le forze politiche parlamentari, per presentare una richiesta convergente al Mef, per poter avere finalmente delle norme che sblocchino la situazione. Adesso tutti i responsabili delle associazioni si faranno carico di parlare con i partiti e avere un discorso chiaro e definitivo su questa storia, evitando che ci sia un rimpallo tra Mef e parlamento».

Alemanno: «Il Parlamento s’imponga sui burocrati»

È stato poi Gianni Alemanno, in piazza con Partitalia, a sottolineare che «il parlamento vuole il superbonus, il Mef non lo vuole». «E allora – ha chiarito – bisogna che il parlamento si faccia sentire e imponga la volontà del popolo contro la logica dei burocrati: questa è la nostra missione». Per l’ex sindaco di Roma occorre «arrivare in parlamento con emendamenti firmati da tutti i gruppi e farla finita con questa storia». «Ognuno di voi, con le vostre simpatie politiche, qualunque esse siano, dica agli onorevoli di riferimento: “Lasciate perdere le polemiche e fate in modo che questa storia cambi”. Questa è la strada», è stata l’esortazione di Alemanno ai manifestanti.

Gasparri: «Le aziende non possono essere uccise»

«L’economia e le vostre aziende non possono essere uccise», ha detto il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, chiedendo dal governo «delle risposte perché dal bonus, che aveva creato delle aspettative, può creare addirittura un flop drammatico con esposizioni bancarie e licenziamenti, cantieri che chiudono, aziende e partite iva che muoiono». Gasparri, quindi, ha ribadito la validità del superbonus come strumento, sollecitando però «risposte immediate» e assicurando «il nostro impegno per ottenere, insieme al popolo della partite iva e delle associazioni produttive che non possono ignorare queste realtà, delle risposte urgenti e immediate dal governo».

De Bertoldi incassa un’apertura da Franco

Il senatore di FdI, Andrea de Bertoldi, anche lui in piazza con Partitalia, ha poi spiegato che «ieri ho incontrato in commissione Banche il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il quale ha confermato la volontà del governo di risolvere il problema della cessione dei crediti d’imposta dei bonus edilizi». «Sicuramente – ha aggiunto – ci sarà una cessione libera, senza vincoli, da parte delle banche e mi pare di aver ricevuto delle conferme sulla volontà del governo di voler risolvere il problema delle limitazioni». Per quanto riguarda gli emendamenti, che dovrebbero essere presentati per correggere le norme in vigore, «ci sono delle nostre proposte di modifica che abbiamo presentato al decreto legge Ucraina ter, che sarà votato in commissione Finanze la prossima settimana».

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