Tarchi: un boomerang l’invito di Mélenchon a votare Macron. I suoi elettori potrebbero guardare a destra
Secondo un sondaggio il 30 per cento circa di quanti domenica scorsa hanno espresso la loro preferenza per Jean-Luc Mélenchon sarebbe pronto a spostarsi, il 24 aprile, sul nome di Marine Le Pen.
Tarchi: la Fracia è un Paese diviso ma non dalle ideologie
Un dato sul quale riflette il politologo Marco Tarchi in un articolo per il quotidiano “Domani”. “Non è ormai un mistero – scrive Tarchi – che la Francia è da tempo un paese diviso, su più piani, in due versanti che non sono più separati da uno spartiacque ideologico ma corrispondono a blocchi sociali e culturali al cui interno le linee di faglia delineatesi nello scorso secolo si sono sgretolate e ricomposte. I flussi migratori prima e il conflitto tra modi di vita poi hanno scavato solchi via via sempre più profondi tra le campagne e le città, le periferie e le metropoli, i ceti professionali e i lavoratori manuali, i settori di popolazione attaccati alle tradizioni e quelli aperti alle suggestioni intellettuali di segno cosmopolita”.
Fenomeni che hanno sconvolto i tradizionali allineamenti partitici. Così “nell’arco di un decennio il Front (oggi Rassemblement) national s’ è guadagnato il titolo di partito più votato dalle classi popolari – ovviamente quelle autoctone. Mentre la sinistra accentuava il feeling con la borghesia, specialmente medio-alta, che i socialisti contendevano alla destra “rispettabile”.
Mélenchon e la sterzata riformista
A sua volta Mélenchon “senza sconfessare le istanze dei seguaci più radicali, si è aperto ad una sorta di gradualismo riformista che, invece di promettere lo scardinamento del sistema capitalista, si propone di curarne i mali con terapie “dolci”, partendo dal contrasto del degrado ambientale e dal varo di un modello di società sostenibile. Con questa svolta green e toni ispirati al fair play – esibiti con evidente compiacimento durante il confronto televisivo con Éric Zemmour, trasformato in dialogo tra due appassionati cultori di letture storiche -, il primo degli esclusi dal ballottaggio è riuscito a catturare un buon numero di voti che sarebbero altrimenti andati ai candidati ecologista e socialista, messi fuori gioco dai sondaggi”.
L’invito boomerang di Mélenchon
Ora, “con il plateale invito a sbarrare la strada a Le Pen – e dunque a lasciarla libera a Macron – ha offerto alle formazioni più moderate della Gauche una prospettiva d’intesa per le legislative. Può darsi che gli interlocutori raccolgano il segnale, ma può darsi anche che il gesto si trasformi in un boomerang fra quegli elettori che al tout sauf Macron si erano abituati e sognavano la spallata finale contro l’odiato usurpatore del Palazzo dell’Eliseo. E che, pur a malincuore, potrebbero rassegnarsi ad utilizzare l’ariete di riserva pur di pervenire allo scopo”.