Tremonti: “L’inquietante lapsus di Draghi. Non siamo soci di minoranza della Ue”
“Long, short, social. Non abuso dell’inglese e lo lascio al governo dei migliori…“. Con questa battuta l’ex ministro dell’Economia, Giulio Trementi, apre il suo intervento alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia in corso al Mico di Milano. Esordisce sullo scenario bellico. “Non è la fine del mondo ma certamente fuori dall’ Ucraina e dalla guerra è, comunque, la fine di un mondo: è la fine del mondo globale con l’ideologia del mercatismo, l’ultima ideologia del ‘ 900. L’uomo che non ha un passato,che ha solo il futuro. Questo fu il discorso fondamentale del presidente Obama: un’architettura del mondo che vede il mercato sopra, e gli Stati sotto. Sopra l’economia, sotto la politica. Nazioni senza ricchezza, ricchezza senza Nazioni”.
Tremonti: l’analisi del fallimento della globalizzazione
Tremonti incanta la platea con un discorso di ampio respiro. Ha tracciato un quadro ineccepibile degli eventi che si sono succeduti dall’ 89, quando cadde il muro di Berlino; per arrivare al ’94 a Marrakech, “con la firma di un Trattato che non era un trattato commerciale, ma un trattato ideologico- politico: il mondo unificato dal mercato“. Si arriva alla prima grande crisi: “Nel 2008 inizia la prima grande crisi globale, che non è stata una crisi finanziaria, ma l’effetto della scelta folle di fabbricare in Asia e consumare in Occidente. Non era difficile prevedere che quel meccanismo a un certo punto si sarebbe rotto, con un impoverimento progressivo”. Un discorso ricco, profondo.
Tremonti: “Lo svuotamento della democrazia”
“Questo è il momento – è il suo ragionamento- in cui si pone per l’Occidente- credo per il mondo – una scelta fondamentale: introdurre regole nell’economia globale o lasciare la economia globale in mano alla Finanza. La globalizzazione non ha funzionato. E allora sono passati alla creazione di denaro dal nulla; dal whatever it takes al quantitative easing: è evidente che il meccanismo contenesse elementi di potenziale catastrofe. Tutto questo ora ci sta chiedendo il conto”: adesso Draghi si ritrova con l’inflazione al 7%, deve alzare le tasse, deve intervenire alzando i tassi e bloccando l’acquisto dei titoli”. “Siamo con la globalizazione allo svuotamento della democrazia sversata nella repubblica internazionale del denaro”. Ci vogliono idee per evitare la condizione di minorità, ci vogliono valori e ideali, dice, approvando quelli messi in campo nella conferenza programmatica di FdI. “L’ultima volta che l’Italia ha contato in Europa è stato nel 2011”, scandisce.
Quel lapsus freudiano di Draghi
Una critica alla politica economica del premier Draghi al quale Tremonti ha mosso un rilievo importante e inquietante: “L’Italia è un Paese fondatore dell’Europa, lo è stato, lo è e lo sarà. C’è stato un lapsus freudiano del presidente del Consiglio nel chiedere la fiducia al Senato. Ha detto che l’Italia è un socio fondatore. Q uesto è un lapsus freudiano -rimarca- si è dimenticato di dire che dal suo punto di vista è un socio di minoranza”. Si concluyde in musica: “Qualche mese fa il brano scelto “per la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Milano è stato l’inno di Mameli: ieri hanno suonato il coro del ‘Nabucco’. La prossima volta sarà ‘La leggenda del Piave’“. Così Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia, si è congedato dalla platea, con uno degli interventi più seguiti per le grandi implicazioni economiche e sociali evidenziate.