Via Crucis blasfema a cinquemila metri da quella del Papa: il video dell’ultima provocazione lgbt
Sui Social impazzano in queste ore immagini e video dell’ultima provocazione anti-cristiana. Sono le immagini della via Crucis blasfema, organizzata nella Capitale, in concomitanza con quella di Papa Francesco al Colosseo. Esattamente a cinquemila e cinquecento metri dal punto dove erano posati gli occhi di tutta la cristianità mondiale, a via di Portonaccio, in migliaia festeggiavano il Muccasantissima.
Una versione lgbt della via Crucis. Al Qube di via Portonaccio, locale che ospita da anni i party della comunità omosessuale romana, l’evento è stato presentato con un annuncio pubblicitario che si commenta da solo.
https://www.youtube.com/shorts/MH5q3oVN5C4
Ecco il programma della via Crucis blasfema
«Muccassassina presenta: “MUCCASANTISSIMA”, il party di Pasqua! Gloria in Excelsis LGBTQI+! Tutto il nostro popolo in cammino si riunisce per la tradizionalissima: MUCCASANTISSIMA di PASQUA. La super festa di giubilo e glory hole che celebra la vita eterna della nostra comunità. Confessate i vostri peccati alle nostre DRAG QUEEN santissime e addolorate al ritmo di un DJ SET degno della Gloria in Excelsis Dei!».
Offese ai credenti: è tutto normale?
Le immagini sono ancora più eloquenti: parodie della passione di Cristo, croci e canti liturgici mischiati a coreografie blasfeme. I simboli cristiani oltraggiati e irrisi, come pretesto per lo sballo notturno. Nessuno che abbia la sensibilità di domandarsi se qualcuno possa sentirsi offeso. Una fiera anti-cristiana, una delle tante alla quale ormai siamo tristemente assuefatti.
Stavolta, però, il pugno allo stomaco è stato più forte perché arrivato in concomitanza e in esplicita concorrenza con una via Crucis cristiana particolare. Stavolta la guerra in Ucraina, con il suo carico di sofferenza e di dolore, ha rappresentato la croce più pesante. Possibile che gli organizzatori non lo sapessero? Ignoranza o puro gusto per la provocazione? Di certo, un’offesa al buon senso prima ancora che al buon gusto. Sarebbe curioso sapere che ne pensano i paladini del Ddl Zan: chi denuncia l’omofobia non può chiudere gli occhi e cominci a interrogarsi anche sulla “cristianofobia”.